Il congiuntivo non è più di moda.
Cresce l'allarme nei licei e nelle università da Tuttoscuola 21.9.2010 La stampa nazionale dedica in questi giorni numerosi servizi sui livelli di competenza linguistica dei nostri giovani, fornendo dettagli e primizie desolanti. Niente di nuovo, purtroppo, perché da alcuni anni il problema è noto. Ora però, se non è da allarme rosso, poco ci manca, tanto che sono in aumento presso molte università corsi di rinforzo linguistico per le matricole che, a quanto risulta, vi partecipano con buona applicazione e apprezzamento. La novità di quest'anno sta nel fatto che sono numerosi i licei (non c'entra la riforma Gelmini) che dedicano particolare attenzione ai nuovi iscritti arrivati dalla scuola media, attivando per loro momenti di full immersion grammaticale e sintattica. Anche i test Invalsi dell'esame di licenza hanno messo in evidenza la precarietà nel possesso della lingua italiana dei giovani studenti. Ma la scarsa competenza non riguarda soltanto l'aspetto formale (che pur ha la sua importanza); tocca anche nel profondo la capacità di esprimere adeguatamente il proprio pensiero, di comunicare in modo appropriato e chiaro. Che il congiuntivo e il passato remoto non siano più di moda non è una novità da tempo. La comunicazione orale quotidiana, il gergo giovanile e l'espressione sintentica utilizzata con gli sms stanno condizionando la comunicazione scritta dei giovani. Una comunicazione sempre più orientata alla sintesi e alla povertà lessicale. Poi ci sono i buchi neri dell'ortografia: gli accenti, gli apostrofi, l'acca del verbo avere che va e viene a sproposito, la punteggiatura. Se a livello di liceo o di università si stanno preoccupando sempre più di questo gap linguistico, i docenti del primo ciclo non possono tirarsi fuori, a cominciare dai maestri che, forse, dovrebbero dedicare più tempo anche agli aspetti formali della lingua, ritornando, senza vergognarsene, agli strumenti didattici di consolidamento linguistico usati un tempo. Anche i professori di scuola media è bene che non diano per scontata l'acquisizione delle competenze linguistiche di base degli alunni, visto che a livello europeo sono proprio i nostri 15enni, al termine della scuola media, a far registrare (in aumento) pessimi risultati. |