Scuola, sit-in dei precari davanti
Montecitorio "Il governo ci ascolti"

Presidio del corpo scolastico a Roma. Risultato: una 'piattaforma' con le richieste
in 4 punti da presentare al governo e un calendario delle proteste.
Tra queste il blocco dello stretto di Messina

 Quotidiano.net,  8.9.2010

Roma, 8 settembre 2010 - "In difesa della scuola pubblica". Sotto la pioggia battente di Roma precari, studenti, insegnanti di ruolo hanno manifestato davanti Montecitorio per chiedere attenzione alla politica. Un giorno non casuale dato che oggi sono ripresi i lavori parlamentari. Il risultato è stata una ''piattaforma'' con le richieste in quattro punti da girare al Governo: ritiro della legge 133 e del decreto salva-precari, rifinanziamento del sistema dell'istruzione pubblica e assunzioni nei posti vacanti. E un calendario delle proteste: un sit-in il 13, in occasione del primo giorno di scuola in molte Regioni, prima in viale Trastevere poi al ministero dell'Economia, e un nuova manifestazione il 26 settembre.

C'è poi chi pensa a forme di protesta estreme come bloccare lo stretto di Messina domenica 12 alla vigilia dell'apertura dell'anno scolastico. ''Ci sono già dei pullman pronti'', ha annunciato un manifestante. Il comitato dei precari, che da settimane protesta a Palermo davanti alla sede del provveditorato, prevede che domenica potrebbero confluire a Messina 1.500 persone. I pullman partiranno da diverse città siciliane e anche un gruppo di precari pugliesi si starebbe organizzando per arrivare nella città dello Stretto e unirsi ai colleghi siciliani.

Il ''passaparola'' girato in occasione delle nomine negli istituti ha portato davanti alla Camera più gente che non la chiamata di sindacati e movimenti: chi il posto di lavoro ce l'ha, ma teme di essere di essere in soprannumero ''per l'accorpamento delle classi e la riduzione delle ore di alcune materie'', come una giovane insegnate di lettere del liceo Mamiani di Roma, presente con una delegazione armata di striscione; chi studia ancora con l'intenzione di fare l'insegnante, come alcuni studenti di Filosofia della Sapienza.

''Non vogliamo bandiere sindacali'' aveva infatti precisato Caterina Altamore, la precaria palermitana che ha animato il presidio nella piazzetta della Camera a partire da fine agosto. ''Siamo qui per il 'passaparola' alle convocazioni e non perché invitati da partiti o sindacati'' aveva ribadito un'insegnante precaria romana. Ma invece, di bandiere, qualcuna ce n'è stata. Quelle del Popolo Viola, che ha ''adottato'' la protesta, del Movimento di Beppe Grillo, oltre a quelle dei sindacati di base. E' da queste frange che si sono alzate le voci di contestazioni al Capogruppo alla Camera del Pd, Dario Franceschini, giunto al sit in con una delegazione di parlamentari. Qualche fischio e le richieste di dimostrare l'impegno coi fatti, cui l'ex segretario ha replicato dicendo che ''hanno molta ragione ad essere arrabbiati, ma ci sono gli atti delle Camere che parlano''. I promotori della protesta si sono dissociati dalle contestazioni, ritenendo ''benvenuto tutti quelli che difendono la scuola''. Benvenuto è stato anche Antonio Di Pietro, che si è fermato a lungo parlando con i manifestanti. Il leader Idv chiede che ''l'ultimo atto del governo sia di dare dignità alla scuola, mettere in regola i precari e ridare quegli 8 miliardi di euro che si è fregato''.

REGIONI - A quella di chi scende in piazza nella Capitale, si somma la protesta nelle varie regioni. In Toscana si annunciano per il primo giorno di scuola, il 15 settembre, assemblee del personale docente e Ata di tutte le scuole, per contestare i tagli agli organici. E a Nuoro sono anche gli enti locali a protestare: è sciopero bianco, con boicottaggio sistematico di tutti gli incontri e le iniziative proposte dal ministero, così come proposto dal presidente della Provincia. Intanto un piccolo risultato i precari che a Palermo protestano da tre settimane, l'hanno ottenuto: il ministero - ha annunciato la Cisl - ha autorizzato 40 posti di assistente tecnico nelle scuole della provincia. Mentre in Umbria la vicepresidente della giunta regionale dell'Umbria Carla Casciari ha ricevuto oggi una delegazione dei precari della scuola. Al termine della riunione Casciari ha deciso di incontrare nuovamente i precari, nei prossimi giorni, nella forma più larga di una loro pubblica assemblea.

BRUNETTA - "Non sono 200 mila, non sono precari ed è troppo comodo leggere i titoli dei giornali e su quelli imbastire un discorso". Lo afferma il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, da Frascati nell’ambito della 'Summer School 2010' organizzata dalla fondazione Magna Charta."Abbiamo un corpo insegnante forse tra i più pletorici generosi dei paesi industrializzati - afferma il ministro - le performance della scuola non sono le migliori, il livello di apprendimento dei nostri scolari non è paragonabile a quello degli altri paesi. Il sistema costa tanto e rende poco. Non è neanche vero che gli insegnanti sono pagati poco, perchè in altri paesi guadagnano di più perchè lavorano di più". La verità, precisa il ministro, è che "non c’è meritocrazia, altissimo è il livello di assenteismo degli insegnanti che implica legioni di supplenti" mentre "i concorsi funzionano poco e male". Il sistema, taglia corto Brunetta, "non può permettersi 200mila posti in più perchè si ripresenterebbe il problema delle supplenze in maniera incrementata".Quanto poi ai precari, il titolare della P.A. si chiede perchè "nessun giornalista si sia preoccupato di vedere chi cavolo è il supplente che non ha vinto uno straccio di concorso per 15 anni. Forse farebbe meglio a cambiare mestiere", conclude.

Intanto, oggi a Roma, si svolgerà una manifestazione di protesta davanti alla Camera, a cui parteciperà anche una delegazione del Pd e il presidente dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro. Nell'occasione RdB/USB Scuola chiederanno a tutti i precari e ai comitati l'invito a costruire insieme un'assemblea nazionale per il prossimo 25 settembre a Roma.

Il ministro Gianfranco Rotondi, bloccato dai precari della scuola nei pressi di Montecitorio, ha ascoltato le ragioni degli insegnanti e ha detto loro: "Fra qualche mese ci saranno altri mille precari che usciranno da quel palazzo (Montecitorio, ndr) e da quello del Senato".