Primaria: stabilità di iscritti, da Tuttoscuola 14.9.2010 Finito l'effetto anticipi che ha consentito per un quinquennio di mantenere un numero più elevato di iscritti, la scuola primaria statale si trova attualmente ad una situazione complessiva di stabilizzazione della sua popolazione scolastica (circa 2.579.000 alunni). Si tratta di una stabilizzazione media nazionale che nasconde, però, anche qui tendenze e andamenti diversi nei territori. Dal 2000 a tutto il 2009-10 la scuola primaria ha fatto registrare complessivamente una variazione in aumento di circa 20mila alunni, passando dai 2.559.000 ai 2.579.000 alunni. Ma, come è avvenuto in altri settori scolastici, in quell'incremento medio complessivo bisogna distinguere fra aumenti e diminuzioni che, nel periodo considerato, hanno avuto andamenti diametralmente opposti in opposti territori. Da una parte le regioni settentrionali e quelle centrali hanno avuto rispettivamente un aumento di 153mila e di 14mila unità (pari a 167mila alunni in più), mentre, dall'altra, le regioni del Sud e le Isole hanno avuto un rispettivo calo di 97mila e di 51mila alunni (quasi 148mila alunni in meno). Una curiosità. Quei 148mila alunni "scomparsi" dalle aule meridionali corrispondono a tutti gli alunni delle scuole primarie della Toscana di oggi. È come se Sud e Isole avessero ora l'equivalente di una Toscana in meno. Al Nord l'Emilia Romagna ha avuto la percentuale di incremento del 23%; nelle aree meridionali Calabria e Basilicata hanno sfiorato invece il 17% di decremento. In valori assoluti la Campania e la Sicilia, tra il 2000-01 e il 2009-10, hanno perso quasi 40 mila alunni; sul fronte opposto la Lombardia ha avuto un aumento di 50mila alunni e l'Emilia Romagna di oltre 33mila. L'apparente situazione complessiva stabile del settore primario nasconde, dunque, ulteriori elementi di squilibrio territoriale per i settori scolastici successivi con possibili ripercussioni sulla politica degli organici del personale e sull'organizzazione dei servizi. |