Il Paese sbagliato (da Mario Lodi) di Federico Niccoli, da ScuolaOggi 22.9.2010 Mario Lodi scrive ad un gruppo di maestre e maestri una bella lettera, che mi suggerisce una rilettura di alcuni profetici brani di un famoso libro “Il paese sbagliato” , nel quale con il linguaggio semplice (non semplicistico!) dei bambini si scrivono verità incontrovertibili sulle ingiustizie e sulle disuguaglianze presenti ancora oggi nella nostra società. Scrive oggi il grande maestro di tutti noi “Care maestre e cari maestri, mi è capitato spesso, in questo periodo, di ricevere lettere o telefonate da qualcuno di voi. La domanda che mi viene rivolta con maggiore insistenza è: “Come facciamo a insegnare, in tempi come questi?”. I sottintesi alla domanda sono molti: il ritorno del “maestro unico”; classi sempre più affollate; bambini e bambine che provengono da altre culture e lingue e non sanno l’italiano etc.
Forse qualcuno di voi ha la brutta sensazione di lavorare come dopo un conflitto: in mezzo a macerie morali e culturali, a volte causate dal potente di turno – ce n’erano anche quando insegnavo io – che pensa di sistemare tutto con qualche provvedimento d’imperio. I vecchi contadini delle mie parti dicevano sempre che i potenti sono come la pioggia: se puoi, da essa, cerchi riparo; se no, te la prendi e cerchi di non ammalarti e, magari, di fare in modo che si trasformi in refrigerio e nutrimento per i tuoi fiori. Il mio augurio per il nuovo anno scolastico è questo: NON SENTITEVI MAI DA SOLE E DA SOLI! Prima di tutto ci sono i bambini e le bambine, che devono essere nonostante tutto al centro del vostro lavoro e che, vedrete, non finiranno mai di sorprendervi. Non dimenticate che davanti al maestro e alla maestra passa sempre il futuro. Non solo quello della scuola, ma quello di un intero Paese: che ha alla sua base un testo fondamentale e ricchissimo, la Costituzione, che può essere il vostro primo strumento di lavoro. Siate orgogliosi dell’importanza del vostro mestiere e pretendete che esso venga riconosciuto per quel moltissimo che vale.” Molti tra noi hanno condiviso le esperienze del Movimento di Cooperazione Educativa, che fondò Mario Lodi . Da quel sodalizio “sbocciarono” tutte le esperienze più innovative, pur con percorsi differenti, della “meglio scuola” : il superamento del maestro unico, l’inclusione degli alunni portatori di bisogni educativi speciali, la battaglia per il tempo-pieno, la programmazione-valutazione, l’uso alternativo delle cedole librarie,… Come non ricordare i fenomenali bambini di Vho di Piadena de “il paese sbagliato”, che già negli anni 70 riflettevano sulle ingiustizie e sulle diseguaglianze della nostra società? Donatella : "Io non aiuterei solo con i soldi gli affamati del Biafra, ma darei a ciascuno una famiglia. Qui in Italia c’è però molto egoismo. Si fa l’elemosina ma non si aiuta il povero a vivere”. "C’è ingiustizia in Italia. Ci sono i ricchi e i poveri. Quelli che hanno un buon lavoro, come un maestro, quando vanno in pensione, hanno cifre alte, un contadino che ha lavorato tutta la vita prende soltanto 12.000 £, che ora sono salite a 18.000. Se aumentano le pensioni di x lire a tutti siamo ancora al punto di prima perché la differenza è ancora quella. Chi fa più fatica prende meno. Dovrebbero aumentare le paghe e le pensioni più basse". Santa ingenuità di Donatella, che , nel suo contesto di vita, trovava addirittura i segni delle ingiuste sperequazioni tra la pensione di un maestro(!) e quella di un contadino. Cosa direbbe oggi della retribuzione di un Marchionne ed altri che guadagnano mensilmente 435 volte di più di un operaio? E saggiamente aggiungeva Fiorella “”Le leggi le fanno i più ricchi e perciò aumentano a tutti, così aumentano anche a loro e la differenza resta uguale” Conclude saggiamente Tiberio: "E i soldi della lotteria dove li prendono? Dai poveri. Li sfruttano anche lì." Il nostro è davvero un paese sbagliato. Vengono i brividi a sentire l’ineffabile ministro Gelmini strologare di riforma epocale in un momento in cui si affossa definitivamente la scuola pubblica con una sistematica operazione di macelleria pedagogica-sociale. Per fortuna nostra e soprattutto per fortuna dei bambini-adolescenti in età scolare è cresciuta nel nostro Paese una classe di operatori scolastici e di genitori che, dagli insegnamenti di Mario Lodi in poi, non abbassa la guardia e resiste, come meglio può, all’operazione governativa “terra bruciata”. |