Gelmini e i precari.
Il coraggio dell’impopolarità. Ma basta?

da TuttoscuolaNews N. 452 6.9.2010

Nella conferenza stampa di giovedì scorso a Palazzo Chigi non si può certamente dire che il ministro Gelmini sulla questione dei precari abbia usato mezze misure o abbia eluso i problemi richiamati dalle proteste e dalle manifestazioni estreme di questi giorni.

Solidarietà, sì. Comprensione anche, ma niente di più.

No alle solite promesse dei politici. Non ha promesso posti che non ci sono, non ha lasciato molte speranze, non incontrerà (almeno per ora) alcuna delegazione di precari, ma solo le organizzazioni sindacali nei prossimi giorni. Vuole attendere la conclusione delle nomine in corso in questi giorni, verificare la portata del problema e poi valutare il da farsi sulla base della consistenza reale delle (eventuali) non conferme di supplenza.

Ha avuto, insomma, il coraggio dell’impopolarità nel mondo della scuola, forse contando sul consenso del suo più ampio elettorato. Ha sottolineato che il fenomeno patologico del precariato non l’ha creato questo governo e che altri dovrebbero fare autocritica, invece di cavalcare lo scontento.

Tutto vero, ma non basta, visto che ora, a gestire i problemi della scuola, anche quelli di cui non ha responsabilità pregressa, tocca a lei, come ministro dell’istruzione.

Da questo ministro avremmo voluto sentire qualcosa di più preciso sul futuro del precariato e sulle possibili, necessarie soluzioni: un piano, un programma, insomma che vada decisamente oltre la semplice attesa della fisiologica conclusione di questa situazione patologica attraverso il lento scorrimento delle graduatorie di anno in anno e le incertezze croniche del turn over, fino al loro esaurimento tra dieci o quindici anni.

Avremmo voluto vedere uno scatto di fantasia (c’è ancora tempo per farlo), un progetto ardito, una chiamata di tutti per uscire da questo tunnel.

Avremmo voluto sentire risposte ad alcune ipotesi, come quelle, molto interessanti, avanzate nei giorni scorsi dal segretario dell’Uil-scuola, Massimo Di Menna. La risposta della Gelmini non c’è ma può ancora arrivare. I precari, però, non possono attendere all’infinito.