Il consiglio di Stato boccia il Ministero
Istituti sconvolti
da
ScuolaOggi 30.9.2010
Per la riforma Gelmini
un colpo basso dal Consiglio di Stato: ribadita l’ordinanza del tar
del Lazio che aveva accolto un ricorso dello Snals contro la
riduzione dell’orario scolastico nelle classi intermedie di istituti
tecnici e professionali. Ora, ad anno scolastico avviato ormai in
tutta Italia, le scuole dovrebbero rivoluzionare tutti gli orari
settimanali dalla seconda classe in poi, ripristinare i vecchi
orari, rifare le cattedre e richiamare gli insegnanti che in seguito
alla riforma erano stati dichiarati in sovrannumero. Insomma per
l’istruzione tecnica e professionale (in pratica la metà delle
scuole superiori) si va verso un caos mai visto.
Si paga in tal modo la fretta del ministro che, in risposta alle
sollecitazioni di Tremonti che chiedeva alla scuola più sacrifici di
quelli previsti dalla riforma, aveva anticipato i tagli dì orari
previsti per quest’anno solo alle prime classi anche alle classi
successive. Lo Snals aveva impugnato il provvedimento perché privo,
come vuole la legge, del parere necessario anche se non vincolante
del Cnpi (Consiglio nazionale della pubblica istruzione). Il Tar del
Lazio all’inizio di agosto aveva accolto il ricorso. Alla fine dello
stesso mese si era pronunciato anche il Cnpi che a sua volta aveva
bocciato l’allargamento della riforma. La Gelmini però non aveva
tenuto in considerazione queste valutazione ed aveva continuato
imperterrita per la sua strada forse sperando che il consiglio di
Stato a cui il ministero aveva fatto ricorso le avrebbe dato
ragione. Se non altro per evitare che ad anno iniziato fosse
costretta a sconvolgere l’attività della metà delle scuole
superiori. Il ricorso ministeriale ora è stato respinto. Quali sono
le conseguenze? Si calcola che dovranno essere ripristinate almeno
10 mila cattedre. Un’impresa titanica, perché comporta di far
tornare nelle scuole che erano stati costretti ad abbandonare
appunto 10 mila insegnanti e rimetterli in attività. E per gli
studenti dalla seconda classe riprendere gli orari delle lezioni che
valevano fino allo scorso anno scolastico. “Con questa ordinanza –
si legge in un comunicato dello Snals - il Consiglio di Stato ha
preso atto del parere del Consiglio Nazionale della Pubblica
Istruzione – parere fortemente critico – e ha ritenuto che
l’amministrazione non possa “esimersi dal rideterminarsi sulla
definizione dell’orario complessivo annuale delle lezioni delle
seconde, terze e quarte classi degli istituti tecnici e delle
seconde e terze classi degli istituti professionali”. Il segretario
generale dello Snals Marco Paolo Nigi, ha espresso soddisfazione per
la pronuncia del Consiglio di Stato, soprattutto per l’equilibrio
dimostrato dai giudici di Palazzo Spada che hanno coniugato la
necessità di mantenere nell’alveo della legittimità l’azione
amministrativa con gli interessi di tutti i componenti della scuola
a salvaguardia della qualità dell’offerta formativa”. Conseguenza
certa: ora istituti tecnici e professionali sono nel panico. E non
se la vedrà bene nemmeno la stessa Gelmini che, dopo l’intervento
del Consiglio di Stato, sarà costretta a ridurre il gettito di
risparmi forniti dalla scuola di alcuni milioni di euro.