Concorsi e nuove forme di reclutamento nell’orizzonte del precariato

da Tuttoscuola 9.9.2010

Nel corso del congresso del sindacato Federpubblici della Uil, alcuni mesi fa, il segretario generale di quell'organizzazione se ne era uscito con una proposta fantasiosa: utilizzare i docenti in soprannumero o precari per svolgere un ruolo guida all'interno dei musei in modo da assicurare un utilizzo full-time del patrimonio museale del nostro Paese.

Se ricordiamo bene, il ministro Bondi non rigettò la proposta, ma in compenso vi furono cenni di veti corporativi incrociati da parte degli altri sindacati di settore, scuola compresa.

Non se ne è più parlato e la proposta (forse migliore di quella che proponeva l'abbuono per la pensione anticipata) è andata subito in archivio.

Anche se di difficile praticabilità, era una proposta da considerare, perché per i problemi dei docenti precari ci vuole il coraggio dell'alternativa alla palude in cui si trova attualmente il problema.

"Il dato di fatto - ha dichiarato l'ex-ministro Berlinguer in una intervista a Sussidiario.net - è che la piaga del precariato nel mondo della scuola esiste da noi, ma non in altri Paesi europei. E quindi il problema va affrontato in modo deciso per trovare una soluzione".

Quasi in una sorta di provocazione l'europarlamentare ha ipotizzato la soluzione estrema di abolire le graduatorie, "bandire di volta in volta tutti i posti vacanti in modo da coprirli tutti, e riaprire i bandi una volta che si sono liberati nuovi posti di lavoro".

Occorrono nuove forme di reclutamento, diverse da quelle dettate in passato dal ministero dell'Economia per risparmiare: oggi non avrebbe più senso, secondo l'ex-ministro.

Anche il segretario dell'Uil-scuola, Di Menna, nei giorni scorsi ha proposto, tra l'altro, di riaprire i concorsi per nuovi reclutamenti.

È vero che il numero dei posti per nuove assunzioni è sempre quello, ma il concorso è un modo per rivitalizzare la professione, aprire speranze per i giovani, ringiovanire la classe docente, tonificare la scuola.

Senza attendere la futura, purtroppo troppo lontana, stagione della nuova formazione universitaria dei docenti.