La scuola di Adro: Continua la polemica sulla scuola contrassegnata dal Sole delle Alpi. da Bresciaoggi, 15.9.2010 Non si placa la polemica attorno alla scuola di Adro e ai simboli del «Sole delle Alpi» che ne ornano tetto, aule, banchi, corridoi, arredi, facendo finire in secondo piano anche i pregi di un edificio all’avanguardia per funzionalità e didattica. In questi giorni è un intrecciarsi di commenti e prese di posizione che hanno fatto fiorire sulla rete e su Facebook gruppi e forum pro e contro l’iniziativa del sindaco Oscar Lancini. Intanto Adro si appresta a vivere un fine settimana da paese assediato con una manifestazione organizzata sabato da Pd in piazza Ruggeri dalle 9 alle 12 alla quale prenderà parte anche Francesca Puglisi della segreteria nazionale affiancata da consigliere regionali e provinciali e da alcuni parlamentari. Una manifestazione - spiegano i promotori - è contro «l’occupazione politica leghista della scuola pubblica, per chiedere la cancellazione dei simboli e il ripristino della legalità, con tricolori e bandiere». Ad Adro, a parlare di quei circa 700 simboli che costellano le nuove scuole oggi ci sarà anche Viviana Beccalossi, parlamentare bresciana del Pdl, invitata in Franciacorta dal suo partito e l’esponente del Centro Destra ha già promesso un intervento sul Provveditore agli studi. Intanto contro questi simboli non si sono schierati solo gli insegnanti della scuola pubblica ma anche quelli della scuola cattolica (1060 studenti) della Madonna della neve di Adro. «Nella nostra scuola - ha precisato padre Gino - il crocifisso è la sintesi del messaggio cristiano, modello da vivere, non un simbolo per dividere. Nelle nostre aule non c’è mai stato né ci sarà mai un simbolo di partito: Cristo apre le braccia a tutti». Tra i leghisti che hanno condiviso la scelta di Lancini, il presidente della provincia di Bergamo Pirovano: ironica la reazione del Pd bergamasco che lo ha invitato a mettere lo stesso simbolo su tutti gli edifici della provincia. Le minoranze che, come gli insegnanti, hanno scoperto i simboli su banchi e arredi solo a scuola aperta, si stanno riunendo da tre sere per mettere a punto iniziative per far rimuovere quei simboli e sono pronti ad inviare al Presidente della Repubblica una lettera che, riepilogando la vicenda, chiede di intervenire perché «in questo paese vengano ripristinati la legalità, il rispetto e la democrazia secondo i principi ispiratori della nostra Costituzione». «Ribadisco - spiega in proposito Marino Gandossi, esponente del Pdl di Adro - che, a prescindere dalle questioni politiche, il fatto verificatosi è di una gravità assoluta e va a toccare i principi fondamentali della civiltà e della democrazia». Sul fronte della scuola i sindacati unitariamente denunciano «con fermezza la grave situazione che si sta verificando. Decorare il nuovo edificio con i simboli di un partito, quindi di una parte, indigna e offende tutti i cittadini che credono in una scuola pubblica, laica, democratica e libera da ogni strumentalizzazione politica. Marchiare una scuola con i simboli utilizzati da un qualsiasi partito, in questo caso la Lega Nord, porta la memoria lontano nel tempo e pone il problema, su cui tutta la comunità civile deve riflettere, del ruolo educativo delle istituzioni scolastiche e del senso dello Stato: la scuola è un bene comune, non può diventare proprietà privata di qualsiasi parte. «Spiegare che il sole delle Alpi è un simbolo che appartiene alla storia locale - continuano - è un insulto all’intelligenza dei liberi cittadini. Il Sole delle Alpi spegne la scuola di Adro e contribuisce a non portare al centro del dibattito culturale la scuola e le sue problematiche». E al ministro Gelmini che ha affermato «mi piacerebbe che tutti coloro che hanno polemizzato con il sindaco di Adro, lo facessero per coerenza anche le molte volte in cui sono simboli della sinistra ad entrare in classe» spiegasse dove ciò sia successio e perchè non sia intervenuta per «per garantire il rispetto dei principi, sanciti dalla Costituzione sulla quale ha giurato». Insomma il dibattito è ancora fitto e anche Bresciaoggi invita i suoi lettori a intervenire con commenti e opinioni che potete lasciare in calce a questo articolo. |