Adro, laboratorio della Lega da Tuttoscuola, 27.9.2010 Il ministro Gelmini, richiesta di un giudizio sulla nuova scuola di Adro, prima di prendere posizione per la normalizzazione della situazione, aveva parlato a caldo di iniziativa folkloristica del sindaco. Non vi è dubbio che tutti gli episodi arrivati in questi mesi agli onori delle cronache, e che hanno avuto come protagonista il sindaco leghista bresciano, possono, presi uno a uno, essere collocati nell'ambito del folklore di paese. Nella primavera scorsa se ne era uscito con un "Se il genitore non paga, l'alunno non mangia a scuola e se ne torna a casa". Due settimane fa ha inaugurato una scuola tappezzata di emblemi leghisti e intitolata ad un fondatore della lega Nord senza consultare l'autorità scolastica locale, come a dire, la scuola l'ho costruita io e ne faccio che voglio. Nemmeno la bandiera italiana all'inaugurazione per sottolineare dichiaratamente la prevalenza dell'identità locale su quella nazionale. L'ultimo episodio di questo folklore di paese è il divieto di alternativa al menu padano nella mensa scolastica. Quasi un fuori i barbari dalle mense di casa nostra. Questi episodi, messi in fila, indicano una strategia politica messa in atto con studiata sequenzialità. La dirigenza della Lega non ha applaudito, ma non ha certamente preso le distanze da quel folklore paesano considerato tutt'al più un po' eccessivo, ma non sbagliato. Una parte della popolazione e altri simpatizzanti leghisti hanno condiviso e apprezzato. Infrazione ai vincoli e alle regole nazionali? Ingerenza nell'autonomia scolastica? Discriminazioni culturali? Sembra che non importi molto, se ci sono da salvare e rilanciare i "valori locali" e la priorità della rappresentanza del popolo padano. È davvero, dunque, soltanto folklore in salsa padana oppure sono prove generali di un certo federalismo scolastico? La via maestra per prevenire queste presunte prove di federalismo risiede nella capacità di governare i processi di decentramento istituzionale accelerando il processo di attuazione del Titolo V, peraltro già definito nella sede tecnica della Conferenza Unificata ed inspiegabilmente bloccato nei cassetti del Miur. |