Confindustria a studenti e genitori: di A.G. La Tecnica della Scuola, 26.10.2010 Ennesimo tentativo degli industriali di rilanciare il settore: durante la XVII giornata nazionale 'Orientagiovani', i leader Marcegaglia e Rocca indicano che bisogna investire più nell’istruzione ma anche cambiare la cultura delle famiglie italiane, ancora troppo proiettate sul prestigio dei licei. Che infatti pure dopo la riforma continuano a sottrarre iscritti. Puntare sulla cultura tecnica per rilanciare il futuro dei giovani e del Paese. Ma anche per rendere vincente l'impresa: é questo il messaggio lanciato il 26 ottobre a Napoli da Confindustria, in occasione della XVII giornata nazionale 'Orientagiovani'. Il presidente Emma Marcegaglia ha sottolineato che "l'impresa per essere competitiva deve vivere di talento, idee, ricerca e tecnologia". Tecnica e tecnologia, ha proseguito la leader degli industriali, "sono valori importanti nella vita di ciascuno di noi. La formazione tecnica e scientifica non è solo un obiettivo per lo sviluppo economico e sociale: E' una grande opportunità anche per lo sviluppo personale dei giovani". Marcegaglia ha aggiunto che "se il Paese vuole mantenere la vocazione manifatturiera, fondamento della nostra storia e del nostro sviluppo, ha il dovere di investire maggiormente nella scuola, nell'università, nella ricerca". All’appuntamento campano era presente anche il vicepresidente di Confindustria per l'Education, Gianfelice Rocca: ha dichiarato che "noi imprenditori siamo come direttori d`orchestra, il successo del nostro lavoro dipende dalla capacità di armonizzare forze differenti che cooperano. Per fare impresa sono necessarie competenze tecniche e soprattutto occorre lavorare insieme". Secondo Rocca è giunto anche il momento di "cambiare la cultura delle famiglie italiane, evidentemente ancora troppo proiettate sul prestigio dei licei e mettere in luce le grandi potenzialità degli istituti tecnici, che consentono ai ragazzi di trovare un`occupazione al termine del ciclo di studi, permettendo loro di fare dell`esperienze di lavoro all`estero e di mantenersi". Fin qui le aspettative dei vertici di Confindustria. Va detto che ad oggi, però, nemmeno la riforma della secondaria superiore sembra aver sollevato gli istituti tecnici della crisi dell’ultimo decennio: di investimenti, visto anche il momento di crisi generale e di orientamento generale verso i tagli all’istruzione, nemmeno a parlarne. Come se non bastasse anche le iscrizioni non decollano. In generale, malgrado le forti novità introdotte da viale Trastevere, per l’anno in corso la tendenza dei nuovi iscritti a preferire il liceo piuttosto che i corsi tecnici e professionali è rimasta pienamente confermata. Anzi, rispetto all’anno scorso la percentuale complessiva di preferenze per i licei – oggi suddivisi in sei macro-settori - si è incrementata del 3,6%. A perdere più iscritti sono stati gli istituti professionali (il 2,2%), soprattutto nel nuovo settore dei Servizi (più ridotto il decremento nell’Industria e artigianato). Ed anche i tecnici hanno fatto ravvisare un poco incoraggiante -1,4%. Risultato finale: dieci anni fa sceglieva il liceo uno studente su tre, oggi vi si iscrive uno su due. |