Il pregiudizio, i tagli alla scuola È ormai universalmente comprovato che gli alunni con disabilità nelle scuole comuni italiane soffrono di uno stress inferiore a quello dei coetanei che frequentano le scuole speciali in altri Paesi. E che se supportati di tutto quanto prevede la normativa, possono ottenere risultati insperati, migliorando il rendimento dei compagni non disabili. Ma tutto ciò sembra essere bellamente ignorato da alcuni personaggi che ricoprono ruoli pubblici ufficiali e che recentemente si sono resi protagonisti di "esternazioni" a dir poco discutibili. La realtà, invece, è assai più semplice ed è che se gli alunni con disabilità non si trovano a loro agio nelle classi comuni, ciò è dovuto al mancato allestimento da parte delle istituzioni scolastiche e degli Enti Locali dei servizi predisposti dalla normativa, che i tagli indiscriminati alla spesa pubblica sociale ed educativa stanno paurosamente riducendo di Salvatore Nocera* da Superando 11.10.2010 Questo articolo è la riedizione di un mio precedente testo - apparso alcuni giorni fa in Superando e sùbito rimosso dalla redazione - a causa di un mio increscioso errore ai danni del professor Giorgio Israel. Infatti, la sintesi vocale di cui debbo avvalermi per consultare i testi in internet mi ha letto senza soluzione di continuità un commento del professor Israel alla recente legge sui disturbi specifici di apprendimento (se ne legga oltre) e i commenti di altre persone.
In quella edizione,
dunque, ho erroneamnte ritenuto che questi ultimi giudizi critici -
che non condividevo - fossero attribuibili al citato professor
Israel, alterando così involontariamente il suo pensiero. Di ciò mi
dolgo e porgo pubbliche scuse al Professore, come pure ai Lettori,
per avere dato del suo pensiero un'idea involontariamente ed
erroneamente distorta. (S.N.)
Infatti, è ormai
universalmente comprovato che gli alunni con disabilità che
frequentano in Italia le scuole comuni hanno una situazione di
stress inferiore a quella dei coetanei che frequentano le scuole
speciali, come ha dimostrato con numerose ricerche Renzo Vianello,
già preside della Facoltà di Psicologia all'Università di Padova.
Un'ottima riprova l'ha
avuta anche recentemente la FISH (Federazione Italiana per il
Superamento dell'Handicap), con il concorso Le chiavi di Scuola, già
giunto alla sua quarta edizione, che ha selezionato centinaia di
progetti di buone prassi di integrazione scolastica, premiando solo
i migliori fra i tanti di qualità. Queste persone, infatti, ferma restando in uno stato democratico la libertà di manifestazione del pensiero - anche se abnorme - quali garanzie possono dare ai cittadini di serietà culturale in posti di responsabilità quali quelli da loro ricoperti?
Come mai ancora nessun
elettore del Comune di Chieri e nessun parlamentare ha rivolto
interrogazioni al Governo per conoscere se intendano rimuovere dalle
loro attuali responsabilità - spostandole ad altre, meno
“inquinanti” - queste persone che non fanno onore alla politica e
alla cultura italiana e se intendano assicurare nelle scuole tutte
le misure previste dalla normativa vigente per garantire la qualità
dell'integrazione scolastica e il rispetto della Convenzione ONU sui
Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall'Italia con la
Legge 18/09? Ma davvero credono i Signori sopra indicati che mandando gli alunni con disabilità nelle classi, nelle scuole e negli istituti residenziali speciali, le spese pubbliche si ridurrebbero? Provino a chiedere al ministro Tremonti quanto costerebbe alla finanza pubblica, statale e regionale, l'educazione separata degli alunni con disabilità e diverranno - sperabilmente - più informati, ragionevoli e consapevoli della loro ignoranza pedagogica e finanziaria. Senza dimenticare ciò che sosteneva Socrate, ovvero che «saper di non sapere è l'origine del vero sapere».
* Vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap). |