Ragioneria dello stato e Tesoro stoppano il ddl,
Università, riforma senza risorse ItaliaOggi, 14.10.2010 La riforma dell'università si impantana nel nodo delle risorse. Una nota di pochi giorni fa dell'ufficio del coordinamento legislativo del ministero dell'economia, cui si unisce quella della Ragioneria dello stato arrivata ieri in commissione bilancio alla camera, arrestano, per ora, il cammino del disegno di legge sull'università. E vista l'incognita sulla copertura economica, la conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha deciso di spostare il dibattito a domani, se la commissione di merito avrà terminato l'esame. Ma sembra ormai scontato che la discussione sul testo di legge andrà a dopo la sessione di bilancio, e quindi tra oltre un mese. Sul parere del bilancio quindi ha pesato la stroncatura della ragioneria generale dello stato, in particolare sull'annoso tema dei ricercatori e sull'emendamento che prevedeva un piano di concorsi tra il 2011 e il 2016 per 9 mila di loro per il passaggio al ruolo di associati per i quali non c'è copertura economica soprattutto a decorrere dal 2012. L'emendamento prevede l'istituzione di un Fondo per la valorizzazione del merito accademico finalizzato alla chiamata di 1.500 professori di seconda fascia per ciascuno degli anni compresi nel periodo 2011-2016 e a valorizzare il merito dei professori e ricercatori universitari inquadrati nella prima progressione economica. Una norma, dice la Ragioneria, coperta dal Fondo per gli interventi strutturali di politica economica ma che necessita, comunque, di una apposita relazione tecnica. Inoltre circa la copertura utilizzata si fa presente che le risorse iscritte sul Fondo per gli interventi strutturali di politica economica sono «interamente destinati all'attuazione della manovra di bilancio relativa all'anno 2011».Gli fa eco il tesoro, negativo, sullo stesso emendamento, e in particolare su tutta una serie di modifiche approvate dalla commissione cultura della Camera che «determinano effetti finanziari negativi tali da pregiudicare la stabilità dei conti di finanza pubblica». Uno stop che preoccupa la Conferenza dei rettori che esprime «disappunto e vivo allarme» e che non fermerà la protesta prevista per oggi quando ricercatori, professori e studenti (Adi, Adu, Andu, Cisal, Cisl-Università, Cnru, Cnu, Flc-Cgil, Link-Coordinamento Universitario, Rdb-Usb, Snals-Docenti Università, Udu, Ugl-Università e Ricerca, Uilpa-Ur, Rete 29 Aprile) faranno sentire la propria voce in un sit-in di protesta davanti alla Camera. Gli studenti chiedono il ritiro del provvedimento, mentre le associazioni invocano modifiche sostanziali all'articolato. In particolare la richiesta delle sigle di categoria «è di aprire un serio e ampio confronto con l'università, evitando di interloquire esclusivamente con chi non la rappresenta e con chi ha l'interesse a monopolizzare la gestione delle risorse pubbliche destinate alla ricerca e all'alta formazione». Intanto il numero dei ricercatori che contro disegno di legge intendono avvalersi del possibilità di non insegnare ha superato quota 50%, e in molte facoltà si rischia di non iniziare le lezioni per mancanza di professori. |