L’investimento in conoscenza paga
Francesco Sylos Labini
Il Fatto Quotidiano, 12.10.2010
Per avere qualche riferimento sul finanziamento
dell’università e della ricerca vediamo cosa succede all’estero ed
in particolare in Asia e negli Stati Uniti.
Vari paesi asiatici stanno facendo investimenti enormi nelle loro
università. L’idea di fondo è semplice: questi investimenti servono
a produrre un gran numero di persone che potranno poi contribuire
alla crescita economica del paese: rappresentano il carburante per
l’innovazione e la crescita economica. Pensiero critico ed
innovazione sono due aspetti complementari che si formano con
l’istruzione superiore.
Il sempre attento
Pietro Greco
analizza il quadro delineato dal National Science Board nel
Science and Engineering
Indicators che la National Science
Foundation degli Stati Uniti pubblica, in genere, con cadenza
biennale. Il dato più interessante riguarda l’Asia, in cui le
risorse finanziarie a Ricerca &
Sviluppo sono triplicate dal 1996 al 2007 ed in
particolare la Cina, che investe quanto l’Europa
“Ma da qui a qualche anno questi traguardi saranno
abbondantemente superati. La Cina si appresta a diventare a ogni
livello la seconda potenza scientifica del mondo, dopo gli USA.”
Basti considerare che in Cina negli ultimi dodici anni il numero di
ricercatori è triplicato e la Cina ha lo stesso numero di
ricercatori di USA e Unione Europea. Il numero di laureati ed il
numero dei dottorati sono anche esplosi con la conseguenza che
“Nell’output scientifico in senso stretto: il numero di articoli
prodotti da scienziati americani ed europei che era complessivamente
pari al 69% del totale mondiale nel 1995 è sceso al 58% nel 2008,
mentre la quota degli articoli di scienziati asiatici è passata dal
14 al 23%. In campo tecnologico le conseguenze sono ancora più
evidenti. Nel 1995 Stati Uniti ed Europa possedevano una fetta
superiore al 40% nella torta del commercio mondiale di beni ad alta
tecnologia. Nel 2008 la quota è scesa sotto il 30% complessivo. La
Cina è diventata il principale esportatore al mondo di prodotti
hi-tech. E l’Asia esporta il doppio di prodotti ad alta tecnologia
di Usa ed Europa messi insieme.”
E’ noto infatti che vi sia una «significativa
correlazione fra la ‘qualità delle
pubblicazioni’ delle varie nazioni ed il corrispondente ‘indice di
innovazione’. Viene fuori che i paesi dove si pubblicano più
articoli scientifici di qualità sono anche quelli dove è maggiore il
grado di innovazione industriale». E che dunque «Non esiste paese al
mondo dove coesistano ‘elevata innovazione’ e ‘bassa qualità
scientifica della ricerca’. Non resta quindi che ammettere che la
ricerca di qualità, per quanto auto-referenziale, correla fortemente
con la capacità di fare innovazione».
Come notato da
Bill Costello in un articolo dal titolo “Il
declino delle università americane” “Attualmente gli Stati
Uniti hanno le migliori università del mondo che attraggono i
migliori studenti. Ma senza un maggior investimento gli Stati Uniti
non avranno più le migliori università del mondo, non saranno più i
leader mondiali dell’innovazione e non avranno più la più grande
economia del mondo. E’ il momento per gli Stati Uniti di aumentare,
e non ridurre, il finanziamento dell’università. Come il patriota
americano, inventore e filosofo Benjamin Franklin disse
L’investimento in conoscenza paga i migliori dividendi” .