Le scuole non chiedono fondi
per le ore alternative
perché non sanno che ci sono

da Tuttoscuola, 6.10.2010

Gli alunni che non si avvalgono dell'insegnamento della religione cattolica possono chiedere attività alternative che la scuola ha l'obbligo di assicurare. Se non vogliono né l'insegnamento di religione né l'attività alternativa, possono chiedere (nelle scuole secondarie) lo studio individuale assistito o no oppure chiedere (in tutti gli ordini di scuola) di uscire da scuola o entrarvi dopo l'ora di religione.

Fin qui la norma. I problemi sorgono quando si tratta di organizzare le attività alternative e di individuare i docenti che le svolgono; problemi acuiti dal momento in cui sono venute a mancare le disponibilità dei docenti per contrazione di organico (compresenze nella scuola elementare) o modifiche dei quadri orari (scuola secondaria di I grado).

Di fronte alle richieste delle famiglie i dirigenti scolastici hanno allargato le braccia, dicendo che non avevano fondi per pagare i supplenti per le ore alternative all'insegnamento della religione cattolica.

Invece...

Invece, come riferisce Repubblica nell'edizione di Torino, a seguito di una ricerca della Consulta per la laicità delle istituzioni, è risultato che i fondi ci sono, ma non vengono richiesti perché le scuole ne ignorano l'esistenza.

Negli ultimi due anni il Miur ha stanziato per il Piemonte 80 milioni di euro per l'ora alternativa. Visto che restano inutilizzati, quei fondi ritornano ogni anno nelle casse del Tesoro.

Non si sa se la stessa situazione di fondi esistenti ma non utilizzati è presente anche nelle altre regioni.