Festa Pdl, Gelmini minacciata

IL CASO. L'assessore regionale Donazzan ha chiesto al ministro di non intervenire a Rossano per la sua incolumità. È stata costretta a dare forfait per il clima di tensione creato su facebook e dalla mobilitazione dei centri sociali del Nordest

Gian Marco Mancassola Il Giornale di Vicenza, 23.10.2010

Minacce via internet, mobilitazione dei centri sociali veneti per alzare il volume della protesta contro la riforma della scuola. Sono gli ingredienti di un crescente clima di tensione che ha indotto il ministro dell'istruzione Maria Stella Gelmini a dare forfait alla festa del Popolo della libertà organizzata a Rossano Veneto. «Ho chiesto al ministro Gelmini di non venire domenica, a differenza di quanto concordato, alla festa del Pdl per la sua e la nostra incolumità», rivela Elena Donazzan, assessore regionale al lavoro e all'istruzione. Il socialnetwork Facebook nei giorni scorsi aveva ospitato l'exploit del gruppo "Uccidiamo la Gelmini", scegliendo come logo un'immagine del ministro seduta su un divano, legata, mani e piedi, e imbavagliata. In poche ore il gruppo aveva raccolto 400 adepti, generando dure prese di posizioni e attestati di solidarietà nel mondo politico.

LA MOBILITAZIONE. La notizia della presenza della Gelmini alla festa pidiellina nel Vicentino non ha fatto altro che incrementare il clima di tensione. Al ministero e in Regione sarebbero giunti dettagliati rapporti delle forze dell'ordine sulla mobilitazione di alcuni centri sociali, in particolare del Padovano, da dove sarebbero in partenza pulman per allestire una protesta contro il ministro e la riforma della scuola, al centro di cortei e scioperi in tutta Italia. Di qui la decisione di lasciar perdere: troppi rischi, secondo gli organizzatori, anche se i dietrologi non perdono l'occasione per vedere nella defezione le frizioni correntizie nella grande pancia del Pdl; tante voci, e solo voci, che riguardano travasi tra l'ala degli ex forzisti e quella degli ex aennisti, che toccherebbero anche alcuni nomi eccellenti tra i padroni di casa. La versione ufficiale, tuttavia, fa riferimento solo alle minacce. Il programma di domani è quindi in fase di ridefinizione, mentre resta confermato nel programma della manifestazione l'intervento del ministro della Difesa Ignazio La Russa.

LA DEFEZIONE. «Le minacce - precisa Donazzan - in queste ore stanno avendo una crescita esponenziale e non sono giustificabili. Mi sono confrontata con il ministro Gelmini e l'ho sentita determinata nelle sue posizioni, non disposta a farsi ricattare dalle minacce, ma le ho chiesto di non partecipare soprattutto perché è una festa, che volevamo quale incontro sereno e di confronto con i nostri quadri del territorio e i tanti simpatizzanti che verranno con i bimbi e le loro famiglie».

LA CONDANNA. «Per senso di responsabilità quindi - prosegue Donazzan - abbiamo condiviso insieme di pensare prima di tutto alla gente per bene che verrà alla nostra due giorni. Sappiano i violenti di ogni tipo che non cambiamo idea, che andiamo avanti con la Riforma della scuola, che affrontiamo la crisi con le priorità dovute e che le minacce ci rafforzano semmai nella convinzione delle nostre posizioni. A quelli dei centri sociali, professionisti del disordine, dico che non diamo nessuna occasione per esercitare la loro delinquenza e che se ne stiano a casa loro o vadano a lavorare».
E in riferimento alle scritte apparse nel quartier generale della Uil di Vicenza, Donazzan aggiunge: «Quello che sta accadendo contro il ministro e contro le sedi dei sindacati, è un esempio di come l'inciviltà della violenza impedisca il confronto democratico».