FONDI

Arriva la "legge mancia"
per gli edifici scolastici

Le commissioni Cultura e Bilancio della Camera hanno messo a disposizione 120 milioni che saranno ripartiti tra i singoli parlamentari. L'Idv: "Finanzieranno opere che daranno loro un ritorno elettorale". Il caso dell'istituto paritario fondato dalla moglie di Bossi

Salvo Intravaia, la Repubblica 14.10.2010

Arriva la "legge mancia" per gli edifici scolastici. Ne dà notizia il deputato dell'Italia dei valori, Massimo Donadi, nel suo sito. "Abbiamo scoperto che le commissioni Cultura e Bilancio - spiega l'esponente dell'Idv - hanno a disposizione 120 milioni di euro circa, stanziati nell'ultima finanziaria, per ristrutturare edifici scolastici, modernizzarli, migliorarli". Una misura, che sarebbe assolutamente normale, e anzi meritoria viste le condizioni in cui si trovano i 42 mila edifici scolastici presenti nell'intero territorio nazionale, se non fosse per un piccolo particolare: "La somma - continua Donadi - sarà ripartita tra i singoli parlamentari delle commissioni e ognuno potrà spenderli come vuole".

Il riferimento alla "legge mancia" per il deputato è quasi obbligatorio. Nel 2004 l'allora governo Berlusconi inventò una legge che consente a deputati e senatori di assegnare risorse a enti e associazioni (anche private) per gli scopi più disparati: il "Fondo per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio". Lo scorso mese di il Senato varò la norma per gli anni 2009, 2010 e 2011: 165 milioni in totale, che sono andati a parrocchie, scuole private, associazioni sportive, ma anche Comuni e Province. E quella segnalata da Donadi sembra il bis.

A fare scalpore, quest'anno, è stato il finanziamento di 800 mila euro (300 mila per il 2009 e 500 mila per il 2010) elargito "per ampliamento e ristrutturazione" della scuola Bosina s. r. l. di Varese. Un istituto paritario "fondato - si legge nel sito della scuola - nel 1998 dalla signora Manuela Marrone, maestra di scuola elementare di lunga esperienza, in opposizione alla riforma, allora attuata e tuttora in vigore, che prevede fino a sette insegnanti diversi a partire dal primo anno della scuola primaria invece della maestra unica". La signora Marrone, oltre ad essere una maestra di scuola primaria, è anche la moglie del leader della Lega, Umberto Bossi.

La "legge mancia" per gli edifici scolastici, secondo Donadi, "naturalmente, salvo qualche illuminata eccezione", servirà "a finanziare opere che garantiscono al parlamentare un ritorno elettorale. Non è stato stabilito alcun criterio per l'assegnazione dei fondi, né il parlamentare dovrà rendere conto a qualcuno". E "non essendoci criteri di priorità e di emergenza, quei soldi sono a disposizione, di fatto, per una sorta di campagna elettorale pagata con i soldi dei cittadini", tuona il deputato.

La situazione degli edifici scolastici in Italia è abbastanza preoccupante. I plessi scolastici individuati di recente dal ministero dell'Istruzione come bisognosi di interventi urgenti, anche su elementi non strutturali, sono quasi 13 mila: il record con il 54 per cento di scuole "sgarrupate" è della Calabria, seguita dal Lazio, che conta 42 edifici su 100 a rischio. Ma dei 13 miliardi di euro, individuati dal sottosegretario Guido Bertolaso all'indomani della tragedia del liceo Darwin di Torino in cui morì il diciassettenne Vito Scafidi 1, ne sono stati stanziati una minima parte e spesi ancora meno.

"Siamo - conclude Donadi - all'istituzionalizzazione del clientelismo, insomma. A molti ciò può far comodo, a noi no. Non ci sta bene e ci metteremo di traverso per far saltare questa porcheria: lo Stato ha il dovere di amministrare nell'interesse di tutti i cittadini e di gestire i fondi con oculatezza e in base a reali esigenze e non di distribuire prebende clientelari".

E il governo ha anche allo studio Scuola spa: una società che dovrebbe occuparsi di gestire i 42 mila edifici scolastici italiani, attualmente in carico a Comuni e Province. Ma non solo. Dovrebbe anche gestire alcuni servizi scolastici e la qualificazione del personale. Un progetto già bocciato dai sindacati, dagli enti locali e delle opposizioni prima ancora di essere presentato.