L’apprendistato che divide

da TuttoscuolaNews N. 460 25.10.2010

“L'obbligo di istruzione di cui all'articolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni, si assolve anche nei percorsi di apprendistato per l'espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione di cui al predetto articolo 48 del decreto legislativo n. 276 del 2003”. Con questa disposizione contenuta nel collegato sul lavoro approvato dalla Camera la storia dell’obbligo di istruzione si arricchisce di un nuovo tassello e di un’altra polemica.

La storia contrastata dell’obbligo di istruzione, frutto di due filosofie opposte negli schieramenti politici italiani, dopo mezzo secolo di tranquilla applicazione minimale del dettato costituzionale degli “almeno otto anni”, comincia nel 1999, quando il governo di centro-sinistra con la legge n. 9 eleva l’obbligo di due anni. Quattro anni, dopo il centro-destra con la legge 53 abroga l’innalzamento dell’obbligo, ma inventa un accordo con le regioni sulla formazione professionale per colmare anche il vuoto legislativo lasciato da quella intempestiva abrogazione. Con la legge Biagi prevede l’accesso all’apprendistato al 15° anno di età.

Due anni dopo il decreto legislativo n. 76, per l’assolvimento del nuovo diritto-dovere all’istruzione e alla formazione per almeno dodici anni, è considerato utilmente l’apprendistato, a cominciare dal 15° anno di età.

Nel 2006 il governo di centro-sinistra eleva di due anni nuovamente l’obbligo di istruzione, fissa al 16° anno di età il limite minimo per accedere al lavoro (apprendistato compreso) e affida alle regioni la competenza per l’attuazione di percorsi e progetti per prevenire la dispersione scolastica.

Il centro-destra nel 2008 abroga prima la previsione dei percorsi e dei progetti regionali e ora riporta l’accesso all’apprendistato, utile per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione, al 15° anno di età.

Scontata l’unanime protesta di tutti i soggetti politici e sindacali del centro-sinistra per questo vulnus all’obbligo di istruzione, mentre i livelli di dispersione scolastica restano tuttora alti con migliaia di giovani che restano fuori da qualsiasi percorso formativo.

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