Scuola: Ministero condannato
a pagare stipendi estivi a precaria

dall'AGI, 7.10.2010

(AGI) - Brescia, 7 ott. - La Corte d'appello di Brescia ha riconosciuto a una insegnante di Matematica, una bresciana di 43 anni precaria dal 1995 a oggi, il diritto al pagamento degli stipendi estivi per gli ultimi 5 anni. In tutto 13mila euro. Il pregresso e' stato "abbonato" al Ministero solo grazie alla prescrizione. I giudici, respingendo la richiesta della prof di vedersi convertito il contratto di lavoro da tempo determinato a indeterminato - le assunzioni erano infatti scandite dai mesi di inizio e fine della scuola, ovvero settembre e giugno - le hanno però dato ragione sulla questione del risarcimento del danno. E il tal danno, si legge nel dispositivo emesso l'8 luglio da Angelo Tropeano, Antonella Nuovo e Annaluisa Terzi della sezione lavoro, "andrà individuato calcolando la differenza tra quanto effettivamente percepito dai lavoratori e quanto gli stessi avrebbero percepito qualora fossero stati subito inquadrati quali lavoratori a tempo indeterminato, ossia tenendo conto della retribuzione per i mesi estivi che non e' stata corrisposta, con gli interessi di legge". Per l'avvocato Paolo Lombardi del Foro di Brescia si tratta di un verdetto "dirompente. Il precariato con una sentenza del genere e' finito. Il principio e' applicabile in tutti i campi della pubblica amministrazione e potrebbe smuovere la legislazione piu' di tanti blabla dei politici". Dopo una causa persa in primo grado l'insegnante ci ha riprovato. E i giudici ora, seppur parzialmente, l'hanno appoggiata: "La legislazione vigente nel settore pubblico e' diversa da quella nel privato - continua il difensore - quindi la conversione del rapporto di lavoro da determinato a indeterminato non e' stata possibile.

Tuttavia grazie a un pronunciamento della Corte europea che mira a scoraggiare la pratica invalsa dei contratti a termine ripetuti in successione e' stato accolto il principio della sanzione quale deterrente. Il Ministero, insomma, se non regolarizza i precari appare quantomeno condannato a parificarli dal punto di vista retributivo". "E' pacifico che il ricorso alla contrattazione a tempo determinato e reiterata e' il risultato di una scelta programmatica dell'amministrazione" si legge nel dispositivo. Per avallare la propria richiesta la prof aveva fornito alcuni numeri: solo nel 2003-04 il fabbisogno del personale docente della scuola secondaria (la sua categoria, ndr) era stato quantificato in 250.360 unità, di cui 12.811 assunte a tempo determinato e 22.006 con contratti a termine: "Numeri abbastanza rilevanti, pari al 10% - continuano i giudici - e a fronte del ripetersi di tale schema organizzativo appare arduo ritenere come sostiene il Ministero che i contratti a tempo determinato siano motivati da esigenze temporanee non prevedibili".(AGI) Cli/Mi/Bru