Adro, il sindaco si arrende: via i 700 loghi,
ma ora chi paga la rimozione?

di A.G. La Tecnica della Scuola, 2.10.2010

Oscar Lancini, rimasto da solo a difendere i simboli leghisti apposti sull’istituto "Gianfranco Miglio", ha detto di essere pronto al dietrofront. Decisivo il ruolo del ministro Gelmini, ma anche la freddezza dei vertici del suo stesso partito e le forti proteste dell’opposizione. L’ultimo cavillo sono i 30.000 euro di pulizie: l’ennesima esagerazione di una vicenda che non meritava di diventare un caso nazionale.

Ha resistito all’assedio di opposizione, sindacati e istituzioni per due settimane, ma alla fine, (se si esclude una parte dei colleghi locali) lasciato praticamente solo anche dai vertici del suo stesso partito, ha dovuto cedere. Il sindaco di Adro, Oscar Lancini, il comune bresciano al centro delle cronache per la discussa scelta di apporre ben 700 simboli della Lega all’interno e all’esterno del polo scolastico pubblico "Gianfranco Miglio" ha infatti detto di essere pronto a fare dietrofront.

Lo ha confermato per iscritto al direttore dell'Ufficio scolastico regionale, Giuseppe Colosio, lo stesso che lo aveva pregato (su indicazione del ministro Gelmini) “di intervenire anche in caso di solo sospetto, per evitare ogni possibile strumentalizzazione”.

Sulla decisione del primo cittadino di Adro ha evidentemente pesato non poco la trasformazione della vicenda in caso nazionale: anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si era interessato, seppure non svolgendo alcun ruolo attivo, dell’eccesso di simboli facendo intendere di aver apprezzato la decisione del responsabile del Miur di convincere Lancini a cancellare i loghi apposti sull’istituto (addirittura su tetti, cestini e zerbini). Un’altra spinta verso la resa l’ha determinata il Partito democratico, che a distanza di due settimane dalla manifestazione di Adro (organizzata assieme ad altri partiti dell’opposizione ed alcuni sindacati tra cui la Cgil), il 2 ottobre è tornato a protestare con un presidio sotto la Prefettura di Brescia: una delegazione - composta da Francesca Puglisi, responsabile Scuola della segreteria nazionale del Pd , Filippo Penati capo della segreteria politica di Bersani e il segretario del Pd di Brescia Pietro Bisinella - è stata ricevuta dal vice Prefetto e ha richiesto l`immediato intervento della Prefettura per rimuovere quei simboli di partito da una scuola pubblica.

A quel punto Lancini ha alzato le mani. Ma non si è lasciato andare ad una resa incondizionata: sempre nella lettera inviata a Colosio, il sindaco di Adro chiede al responsabile dell’Usr veneto: "Se faccio togliere il sole delle Alpi, chi paga per la pulizia?". Secondo alcune fonti, comunque da verificare e francamente ritenute eccessive, servirebbero addirittura 30.000 euro per rendere ‘anonimo’ l’istituto con 450 iscritti e corsi di scuola materna, primaria e media inferiore. Forse si tratta dell’ennesima esagerazione di un caso che non meritava tanto clamore.