La scuola leghista di Adro: e adesso?
Oggi il consiglio d'istituto

da Polis Blog, 11.10.2010

Era - ed è - un episodio di una gravità abnorme, quello della scuola “brandizzata” col Sole delle Alpi, cioè con la bandiera della Padania - una nazione immaginaria - ad Adro, in provincia di Brescia. Uno scandalo con cui si sono riempite le prime pagine e le home page, a che ora torna relegato nell’ombra. Ho cercato un po’ in giro, e solo l’informazione locale ha seguito gli ultimi sviluppi.

Prima domanda: sono stati rimossi i simboli della Lega Nord da una scuola pubblica? Ovviamente no: perché adesso si è entrati nella fase in cui si discute su chi debba pagare la bonifica da quei simboli. Su BresciaOggi, leggo un pezzo uscito ieri. Oscar Lancini, primo cittadino di Adro, non vuol far tirar fuori un euro alla cittadinanza:

Chi rimarrà con il cerino acceso in mano? Chi pagherà il conto della bonifica? (…) L’ultimo capitolo della vicenda è datato mercoledì 6 ottobre e porta la firma del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Giuseppe Colosio. È una lettera al preside della scuola di Adro, Gianluigi Cadei (…) Cadei, chiamato - ultimo destinatario del cerino incandescente - a fare quello che in tanti auspicano da tempo, ma sfidando, vis-à-vis, le tensioni che dividono un paese e che già si sono scaricate su qualche insegnante invitato ad trasferirsi altrove se quei simboli risultassero troppo indigesti.

Fatemi capire: coprono di simboli della Lega una scuola ed è l’insegnante che se ne deve andare?

Prosegue BresciaOggi:

Sarà un lunedì caldo quello del consiglio di istituto chiamato probabilmente a mettere pure mano ad un bilancio asfittico per bonificare suo malgrado la scuola. E il sindaco Lancini aspetta gli eventi con la tranquillità di chi è deciso a non tirar fuori un euro: «Noi non pagheremo di certo - avrebbe spiegato a chi lo ha incrociato in paese -. In caso contrario non ci saremmo neppure seduti al tavolo delle trattative in Prefettura»

è previsto per oggi infatti - a naso penso stasera - il consiglio di istituto che potrebbe decidere chi si debba accollare le spese di eliminare i simboli leghisti da un edificio pubblico. Resta l’assurdo dei professori “invitati a trasferirsi altrove”, e il cerino acceso in mano al preside Cadei.

Sull’edizione bresciana del Giorno
invece, si legge della polemica che investito il prefetto di Brescia, Narcisa Brassesco Pace. Nel PD bresciano - che ha espresso anche sindaci rimasti in carica dieci anni, come Paolo Corsini: ironia della sorte, adrense - c’è chi ha chiesto le dimissioni del prefetto:

Non finiscono le polemiche nei riguardi del prefetto di Brescia, Narcisa Brassesco Pace. E il PD, tramite gli onorevoli Paolo Corsini e Pierangelo Ferrari, ne chiede la rimozione per la seconda volta nel giro di meno di un mese. Corsini e Ferrari, riferendosi al caso di Adro e del polo «Gianfranco Miglio», sono tornati a criticare la rappresentante dello Stato, che a loro giudizio non ha fatto a sufficienza per fare asportare i 700 Soli delle Alpi dalla scuola Franciacortina.

«Chiederemo al ministro la rimozione del prefetto, che si comporta in modo contraddittorio - dichiara ai cronisti Paolo Corsini - Come parlamentari del PD intendiamo seguire la situazione di Adro, che ancora in stallo anche a causa dell’inqualificabile comportamento del prefetto di Brescia. Il prefetto è un rappresentante dello Stato e ha un solo compito e dovere: richiamare il sindaco a soddisfare le richieste del ministro Gelmini, ovvero di togliere i simboli del sole delle Alpi». La presa di posizione di Corsini e Ferrari, che stanno ponderando di chiedere lo scioglimento del consiglio comunale di Adro

Sul prefetto c’è un altro pezzo su BresciaOggi, nel quale mi sembra di intuire un atteggiamento molto molto cauto, vista la difficoltà con cui nomina il nome Adro.

Noi in passato abbiamo scritto parecchio sulla scuola leghista di Adro: qui un veritometro in cui si smentisce parola per parola Oscar Lancini, qui invece quella strana storia della “Repubblica Salentina”, e infine un corposo approfondimento.