Stranieri in patria

da Tuttoscuola, 11.10.2010

C’è una nuova élite di agiati studenti italiani che, secondo Ernesto Galli della Loggia (che ne ha parlato nell’editoriale del Corriere della Sera del 9 ottobre 2010), si caratterizza non per il fatto di frequentare scuole statali o paritarie particolarmente prestigiose (e nel secondo caso anche costose), ma perché preferisce alle scuole italiane quelle straniere (con sede in Italia): “francesi, tedesche e per lo più anglo-americane”.

E’ soprattutto la forte richiesta che si rivolge a queste ultime – le più lontane dall’impianto curricolare delle scuole italiane – a preoccupare Galli della Loggia, studioso e teorico di una identità italiana nata e rimasta debole per ragioni storico-politiche, ma che rischia di essere ulteriormente indebolita dalla “diserzione dei giovani figli delle élites dalla scuola del proprio Paese”.

In questa scelta egli non vede tanto il comprensibile “desiderio di imparare bene una lingua straniera” ma piuttosto “il progressivo, profondo sentimento di dissociazione psicologica e spirituale degli italiani dalla dimensione della collettività nazionale”, dalla sua storia, letteratura, arte, lingua, avvertite come inutili, “senza futuro” nel “Mondo Nuovo globale” nel quale “l’Italia in quanto tale non ha più molto da dire”.

Di questo, è la sconsolata conclusione dell’editoriale, “una classe politica degna del nome dovrebbe occuparsi e preoccuparsi”. Ma se lo ha fatto qualche volta in passato “adesso il solo parlarne suona perfettamente inutile”.

C’è da sperare che, anche a seguito di interventi come questo di Galli, e in occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia, si faccia ogni sforzo – auspicabilmente bipartisan – non per frenare le iscrizioni a scuole straniere, ma per rendere più competitiva e attractive, per dirla nella lingua del Mondo Nuovo globale, la scuola italiana e in italiano.