Università, slitta la riforma
(che diventa a rischio)

da Tuttoscuola, 13.10.2010

Slitta ancora la riforma dell'Università. Il disegno di legge, approvato al Senato lo scorso 29 luglio tra le proteste di molti ricercatori, docenti e studenti, doveva approdare giovedì alla Camera. L'esame, però, è stato spostato di un giorno (per adesso) dalla conferenza dei Capigruppo di Montecitorio in considerazione del fatto che sul testo manca ancora il parere della commissione Bilancio.

Un ritardo dovuto all'analisi tecnica della Ragioneria Generale dello Stato, che ha di fatto stroncato le modifiche apportate a Montecitorio alla riforma. Il "nodo" è quello delle coperture del provvedimento, in particolare la norma sul piano di sei anni di concorsi per nove mila ricercatori universitari. Vista l'incognita sulla copertura economica, la capigruppo di Montecitorio ha deciso, in via precauzionale, di spostare il dibattito a venerdì, se la commissione di merito avrà terminato l'esame. Sul provvedimento erano in programma votazioni in aula già in settimana. L'esame, salvo intese fra i gruppi, dovrà essere sospeso dopo l'avvio della sessione di bilancio, al momento in cui la Legge di stabilità, giovedì in Cdm, inizierà l'iter a Montecitorio.

Il problema è che la bocciatura della Ragioneria colpisce un punto che "Futuro e Libertà" considera «dirimente», ovvero l'assunzione dei ricercatori prevista nell'articolo 5 bis: oltre al parere contrario si contesta anche la quantificazione stessa dei costi, chiedendo l'acquisizione di una relazione tecnica. “Il governo - dice Chiara Moroni - deve trovare la copertura, semmai rinviando l'esame del provvedimento a dopo la Finanziaria”.

“Le bugie hanno le gambe corte - commenta Marco Meloni, Responsabile per il Pd di Università e Ricerca. - Dopo aver impegnato per una settimana Parlamento e mondo dell'università a discutere di un emendamento sui ricercatori comunque del tutto insufficiente, oggi abbiamo avuto l'ennesima riprova che delle promesse del governo in fatto di risorse per l'università non ci si può minimamente fidare”. “La Gelmini ormai - prosegue Meloni - non è in grado di assumere alcun impegno: prenda atto del suo fallimento, rinunci all'estremo tentativo di trovare la copertura finanziaria per qualche decina di milioni di euro che non risolverebbero alcun problema e al tentativo di approvare con un blitz una pessima legge. E lasci al Parlamento la responsabilità di definire nella legge di bilancio le risorse da destinare all'Università”.