Dislessia.
Il problema della certificazione
per misure di sostegno a scuola

da Tuttoscuola, 18.10.2010

È attesa da un giorno all’altro la legge sui Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), varata in via definitiva circa un mese fa dal Senato a voti unanimi (evento raro di questi tempi).

Per la prima volta, ufficialmente attraverso una legge e non a seguito di semplici indicazioni dell’Amministrazione scolastica, gli alunni affetti da DSA riconosciuti (dislessia, disgrafia, discalculia, disortografia) avranno pieno diritto alle misure educative e didattiche di supporto da parte delle scuole e degli insegnanti (strumenti compensativi, misure dispensative) con impiego anche di tecnologie informatiche.

Durante il percorso scolastico agli studenti con DSA dovranno essere garantite adeguate forme di verifica e valutazione.

Per avere diritto a queste particolari misure di intervento a loro favore, le famiglie dei ragazzi con DSA dovranno esibire alla scuola apposita certificazione che attesti il disturbo.

Finora questa della certificazione è stata, in mancanza di una legge apposita, una carenza che ha creato non poche difficoltà alle scuole messe di fronte, a volte, ad attestazioni mediche fatte troppo su misura per fronteggiare scarsi risultati di apprendimento dei ragazzi, piuttosto che documentare in modo probante il disturbo.

Ma i ragazzi con DSA esistono ed è giusto, quindi, che siano tutelati. La diagnosi, come dispone ora la legge, viene “effettuata nell’ambito dei trattamenti specialistici già assicurati dal Servizio sanitario nazionale”. Nei territori in cui mancano questi presidi specialistici delle Asl la diagnosi può essere effettuata da specialisti o strutture accreditate.

Le associazioni dei disabili sostengono che i ragazzi affetti da DSA siano 350mila, cioè quasi il doppio dei ragazzi con disabilità. La cifra, frutto di ipotesi, sembra sovrastimata, ma soltanto le certificazioni mediche del Servizio sanitario pubblico, come avviene anche per i ragazzi disabili, potranno oggettivamente definire l’esatta dimensione del fenomeno.

Nel frattempo le scuole dovranno attrezzarsi per fronteggiare una domanda non ancora regolamentata e, poi, per mettere in atto prontamente strumenti compensativi e misure dispensative adeguati.