Dislessia: finalmente una legge Vita nuova a scuola per i 350mila studenti italiani affetti da Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) come la dislessia o la discalculia. Il 29 settembre è stata varata una legge ad hoc che riconosce questi disturbi e stimola la scuola a individuarli precocemente definendo i luoghi e le tappe del percorso diagnostico-formativo attraverso l’utilizzo di strumenti dispensativi e compensativi. La legge e i suoi obiettivi sono stati presentati oggi al Senato dall’Aid, Associazione Italiana Dislessia. da quotidianosanità, 14.10.2010 14 OTT - Diritto ad una diagnosi precoce, piani didattici personalizzati, dispensazione da alcune attività (come ad esempio scrivere alla lavagna o leggere a voce alta) e utilizzo di strumenti tecnologici (videoscrittura, calcolatrice e computer) di sostegno. Sono solo alcune delle novità introdotte dalla legge approvata lo scorso 29 settembre dalla 7ª Commissione permanente del Senato (Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport) e oggi illustrati dall’Aid, Associazione italiana dislessia nel corso di una conferenza stampa organizzata al Senato alla presenza, tra gli altri, di Guido Possa, presidente della commissione Istruzione pubblica e Beni culturali del Senato; Valentina Aprea, presidente della commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera; Franco Asciutti e Vittoria Franco, membri della commissione Istruzione pubblica e Beni culturali del Senato; e Manuela Ghizzoni, membro della commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera.
Una battaglia lunga,
quella per il riconoscimento legislativo dei diritti dei ragazzi
dislessici. Che ha visto protagonista l’Aid e che da oggi eviterà ai
ragazzi affetti da DSA che le problematiche connesse ai loro
disturbi possano essere una condizione di svantaggio nel corso della
loro vita. Una legge che va incontro alle esigenze dei bambini e
delle famiglie, per cui sono previste anche norme per ottenere orari
di lavoro flessibili. I docenti, nella stesura del PDP, oltre all’osservazione sistematica e diretta delle caratteristiche di apprendimento dell’alunno, potranno avvalersi del supporto delle indicazioni, delle proposte e dei suggerimenti, presenti nella diagnosi specialistica, stilata sulla base del profilo neuropsicologico del singolo ragazzo, della espressività clinica del disturbo e della fase evolutiva nella quale lo studente si trova. Il Piano diventa così un patto, un’alleanza tra la persona con DSA, la sua famiglia, i professionisti del sistema sanitario, i professionisti della scuola. Gli interventi politici. Come durante il voto che ha portato all’approvazione del test anche i commenti durante la conferenza stampa promossa dall’Aid nella sala “Caduti di Nassirya” al Senato sono stati unanimi: “Questa legge andava fatta” è stato un po’ il leit motif dei parlamentari protagonisti del nuoto testo sui Dsa. Per Guido Possa (Pdl), presidente della Commissione Istruzione Pubblica e Beni Culturali siamo di fronte ad una “legge quadro che interessa non solo i ragazzi e i loro genitori, ma anche gli insegnanti. Si punta infatti su una didattica personalizzata che cerca naturalmente di riabilitare i ragazzi, aiutandoli a superare i problemi". Dello stesso avviso il senatore Franco Asciutti (Pdl) che come relatore del testo sottolinea: “Con questa legge si mettono i ragazzi in condizione di venir fuori dalle proprie difficoltà". Per Asciutti il testo “elimina tutte quelle improvvisazioni e approssimazioni che nel campo della dislessia troppo spesso si registrano”. “Spesso questi ragazzi a scuola non vengono riconosciuti come soggetti affetti da un disturbo, ma sono considerati portatori di handicap oppure degli svogliati”, spiega Valentina Aprea (Pdl), presidente della commissione Cultura della Camera e “averlo riconosciuto fa rientrare questo soggetti, a volte anche molto intelligenti, nella sfera dell'eccellenza della scuola italiana”. Bipartisan la soddisfazione. “Ora la scuola ha i mezzi per intervenire con gli strumenti compensativi e dispensativi necessari per sopperire ai disturbi del bambino nell'apprendimento della scrittura, della lettura e del calcolo. Saranno possibili piani di studio personalizzati che miglioreranno i rapporti di cooperazione tra scuola e famiglia fondamentali per superare le difficoltà del bambino nell'apprendimento”. Queste le parole della senatrice Pd Vittoria Franco, della Commissione cultura del Senato, prima firmataria del Ddl che ha voluto ribadire come in “Parlamento si sia fatto un buon lavoro poiché si messo al primo posto il bene dei bambini, la serenità delle famiglie e il diritto al successo formativo". |