Colosio scrive alla scuola:
«Togliete voi i simboli»

LE POLEMICHE DI ADRO.
Lettera a sorpresa del dirigente scolastico regionale
Ma non spiega chi dovrà pagare il conto della «bonifica»
Il sindaco Lancini ribadisce: «Noi non lo faremo di certo»

 M.Tor. da Bresciaoggi, 10.10.2010

Chi rimarrà con il cerino acceso in mano? Chi pagherà il conto della bonifica? I soli delle Alpi sulla scuola di Adro, il caso che ha fatto discutere l'Italia, rischiano - vuoi per un innegabile vuoto legislativo, vuoi per l'esigenza di «contemperare i diversi interessi delle parti» - di diventare la location di un minuetto ballato al ritmo del balbettio, di un tira e molla in burocratese stretto.

L'ultimo capitolo della vicenda è datato mercoledì 6 ottobre e porta la firma del direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale, Giuseppe Colosio. È una lettera al preside della scuola di Adro, Gianluigi Cadei; una missiva (la pubblichiamo qui accanto) nella quale si spiega al dirigente come sia «nei fatti ed in diritto il garante della legalità (...) e del corretto svolgimento del servizio formativo nonché il consegnatario dei beni mobili ed immobili che sono necessari per l'espletamento dello stesso» e come, quindi, debba «attivarsi per una positiva risoluzione del caso, che tenga contemporaneamente conto (...) della necessità di salvaguardare l'integrità sostanziale dei beni affidati». Il tutto «nel rispetto e nei limiti delle diverse competenze istituzionali, ben conoscendo ed apprezzando l'opera meritoria svolta dall'Amministrazione».

Sarà una settimana di fuoco quella che attende il professor Cadei, chiamato - ultimo destinatario del cerino incandescente - a fare quello che in tanti auspicano da tempo, ma sfidando, vis-à-vis, le tensioni che dividono un paese e che già si sono scaricate su qualche insegnante invitato ad trasferirsi altrove se quei simboli risultassero troppo indigesti. Sarà un lunedì caldo quello del consiglio di istituto chiamato probabilmente a mettere pure mano ad un bilancio asfittico per bonificare suo malgrado la scuola. E il sindaco Lancini aspetta gli eventi con la tranquillità di chi è deciso a non tirar fuori un euro: «Noi non pagheremo di certo - avrebbe spiegato a chi lo ha incrociato in paese -. In caso contrario non ci saremmo neppure seduti al tavolo delle trattative in Prefettura».M.TOR.