Bullismo in una scuola su tre

Gli insegnanti subiscono violenze verbali da parte degli studenti nel 27 per cento delle scuole, ma la quota sale al 51 per cento se si prendono in considerazione solo le superiori e al 44 per cento nelle medie. I casi in cui gli allievi passano alle mani sono molti meno

di Stefano Parola, la Repubblica di Torino, 16.10.2010

DURA la vita del professore. Non solo per le lezioni, la correzione dei compiti, le interrogazioni, i consigli di classe. A volte capita anche di avere a che fare con studenti troppo focosi. O con genitori fuori dai gangheri. Nell´ultimo biennio casi di questo tipo sono capitati in una scuola su tre.
È quanto emerge dall´ultima relazione dell´Osservatorio sul bullismo dell´Ufficio scolastico regionale. Che nell´ultimo biennio, per la prima volta, ha cercato di capire anche quante volte tocchi al docente diventare oggetto di violenze. Più che altro sono ingiurie, insulti, umilianti mancanze di rispetto. Gli insegnanti subiscono violenze verbali da parte degli studenti nel 27 per cento delle scuole, ma la quota sale al 51 per cento se si prendono in considerazione solo le superiori e al 44 per cento nelle medie. I casi in cui gli allievi passano alle mani sono molti meno. Ma ci sono. Li segnala il 3,4 per cento degli istituti e il fenomeno questa volta è più evidente alle elementari (6,4 per cento).

E i genitori? Non sono da meno. Anzi, le azioni di violenza verbale da parte loro sono anche di più, come segnala il 29,5 per cento delle scuole. Con un picco nelle primarie di secondo grado, in cui la percentuale raggiunge il 36 per cento anche perché, spiega Umberto Lucia, referente dell´Osservatorio, «quello è il momento in cui la famiglia è più presente e quindi tende a essere più protettiva». Mamme e papà almeno sono più restii a venire alle mani: è accaduto in sette scuole del Piemonte, ossia l´1,2 per cento di quelle monitorate.

La relazione dell´Osservatorio dell´Usr, però, dice pure che il bullismo tra studenti è in diminuzione. Nell´ultimo biennio ha riguardato il 33,6 per cento degli istituti, mentre tra il 2006 e il 2008 la percentuale era al 41,2 per cento. Ma è meglio tenere a freno l´entusiasmo: «Può essere - spiega Lucia - che le azioni che stiamo portando avanti come Usr stiano funzionando, oppure che in alcuni casi ci si è "abituati" al fenomeno e quindi non lo si denunci nemmeno più. Per stabilirlo saranno fondamentali i risultati del prossimo biennio». La situazione resta più critica nelle province di Cuneo, Novara e Torino, dove la quota di scuole che denunciano atti di bullismo è superiore al 40 per cento.
Nel 43 per cento dei casi si tratta «soltanto» di violenza verbale, soprattutto di ingiurie e minacce, ma c´è un buon 23 per cento di episodi che riguarda percosse, lesioni e, in rari casi, a molestie sessuali. Quest´ultime avvengono nell´1,7 per cento delle scuole, nel 4,4 per cento di quelle secondarie di primo grado. I luoghi prediletti in cui colpire i più deboli? I corridoi (indicato dal 41 per cento delle scuole), il cortile (33 per cento), i bagni (32 per cento) e l´autobus (30 per cento).

Tra le iniziative messe in campo dall´Usr per contrastare il fenomeno, c´è anche un´analisi del disagio socio-relazionale condotta con il docente del Politecnico di Torino, Agostino Villa: «Dal lavoro - racconta Umberto Lucia - emerge come il bullismo non sia altro che la manifestazione di un disagio. Ed è su questo che occorre lavorare. In questi casi, la fascia sociale d´appartenenza c´entra poco. Il problema è soprattutto la mancanza di stimoli, che riguarda soprattutto i ragazzi più viziati e benestanti».