Bullismo in una scuola su tre Gli insegnanti subiscono violenze verbali da parte degli studenti nel 27 per cento delle scuole, ma la quota sale al 51 per cento se si prendono in considerazione solo le superiori e al 44 per cento nelle medie. I casi in cui gli allievi passano alle mani sono molti meno di Stefano Parola, la Repubblica di Torino, 16.10.2010
DURA la vita del professore. Non solo per le lezioni, la correzione
dei compiti, le interrogazioni, i consigli di classe. A volte capita
anche di avere a che fare con studenti troppo focosi. O con genitori
fuori dai gangheri. Nell´ultimo biennio casi di questo tipo sono
capitati in una scuola su tre. E i genitori? Non sono da meno. Anzi, le azioni di violenza verbale da parte loro sono anche di più, come segnala il 29,5 per cento delle scuole. Con un picco nelle primarie di secondo grado, in cui la percentuale raggiunge il 36 per cento anche perché, spiega Umberto Lucia, referente dell´Osservatorio, «quello è il momento in cui la famiglia è più presente e quindi tende a essere più protettiva». Mamme e papà almeno sono più restii a venire alle mani: è accaduto in sette scuole del Piemonte, ossia l´1,2 per cento di quelle monitorate.
La relazione dell´Osservatorio dell´Usr, però, dice pure che il
bullismo tra studenti è in diminuzione. Nell´ultimo biennio ha
riguardato il 33,6 per cento degli istituti, mentre tra il 2006 e il
2008 la percentuale era al 41,2 per cento. Ma è meglio tenere a
freno l´entusiasmo: «Può essere - spiega Lucia - che le azioni che
stiamo portando avanti come Usr stiano funzionando, oppure che in
alcuni casi ci si è "abituati" al fenomeno e quindi non lo si
denunci nemmeno più. Per stabilirlo saranno fondamentali i risultati
del prossimo biennio». La situazione resta più critica nelle
province di Cuneo, Novara e Torino, dove la quota di scuole che
denunciano atti di bullismo è superiore al 40 per cento. Tra le iniziative messe in campo dall´Usr per contrastare il fenomeno, c´è anche un´analisi del disagio socio-relazionale condotta con il docente del Politecnico di Torino, Agostino Villa: «Dal lavoro - racconta Umberto Lucia - emerge come il bullismo non sia altro che la manifestazione di un disagio. Ed è su questo che occorre lavorare. In questi casi, la fascia sociale d´appartenenza c´entra poco. Il problema è soprattutto la mancanza di stimoli, che riguarda soprattutto i ragazzi più viziati e benestanti». |