Il Ministro, l’Aritmetica e i Tagli Mario Piemontese da ReteScuole, 9.10.2010 Ho letto con attenzione l’intervento che il Ministro Gelmini ha fatto il 5 ottobre in Senato. Un passaggio davvero interessante del suo discorso è il seguente: “Si è molto discusso sull'entità dei tagli al personale docente e amministrativo. Si è più volte lamentata una cura eccessiva, una razionalizzazione non sopportabile per la scuola. Nulla di tutto ciò, perché, se si va a vedere effettivamente la portata di quella manovra, si scopre che a fronte dei 42.000 tagli previsti dal precedente anno, ben 32.000 erano legati ai pensionamenti, e quindi la manovra di fatto si riduce da 42.000 a 10.000 tagli, e anche quest'anno i tagli sono stati di ammontare pari a 25.000 posti ma, considerati ancora una volta i pensionamenti (questi ammontano a 23.000), la differenza è presto fatta, nel senso che il taglio è di 2000 posti: certo non pochi, ma si tratta pur sempre di una manovra che continuo a pensare assolutamente sopportabile e indispensabile per invertire un trend di crescita della pianta organica non proporzionato al fabbisogno effettivo di posti da insegnante o da dirigente scolastico richiesti dalla scuola italiana.”.
1. Il Ministro ha dimenticato di citare che in 2 anni il personale ATA ha subito un taglio di 30.000 posti. La scuola non va avanti solo con i docenti, ci sono anche i collaboratori scolastici, gli assistenti tecnici e gli assistenti amministrativi. 2. Quando si parla di tagli si parla di posti che oggi ci sono e dopo non ci sono più: la scuola quest’anno dovrà funzionare, rispetto all’a.s. 2008/2009, con 67.000 posti docente in meno e 30.000 posti ATA in meno, in tutto 97.000 posti. 3. Secondo quanto previsto dalla legge n. 133/08, il prossimo anno la scuola dovrà funzionare, sempre rispetto all’a.s. 2008/2009, con 87.000 posti docente in meno e 45.000 posti ATA in meno.
Il Ministro sostiene
che in 2 anni sono stati tagliati “di fatto” 12.000 posti perché i
55.000 che mancano per arrivare a 67.000 sono stati assorbiti dai
pensionamenti. Sarà vero?
Ci sono 100 bicchieri
(totale posti), 70 pieni d’acqua (posti con titolare) e 30 vuoti
(posti vacanti). 1. I pensionamenti non compensano i tagli, così come ci vorrebbe far credere il Ministro, ma riducono il numero di precari perdenti posto. 2. I tempi per andare in pensione si sono allungati, quindi i pensionamenti ridurranno sempre meno il numero di precari perdenti posto. 3. Quest’anno per effetto dei tagli i docenti di ruolo perdenti posto hanno occupato numerosi posti abitualmente occupati da precari. 4. I tagli in organico di fatto hanno ridotto il numero di posti abitualmente occupati da precari.
È necessario prima di
tutto arrestare questo processo di espulsione dei precari dalla
scuola impedendo ulteriori tagli e facilitando i pensionamenti,
senza penalizzare naturalmente chi va in pensione. I precari devono
essere assunti su tutti i posti disponibili oggi e su quelli che si
renderanno disponibili una volta che si sarà ottenuta la
restituzione di tutti i tagli. |