Cittadinanza e costituzione da Tuttoscuola, 8.11.2010 Sono passati due anni da quando, preceduto da una serie di solenni dichiarazioni, di comunicati stampa e di documenti elaborati da una apposita commissione ministeriale, ha fatto il suo ingresso nel sistema di istruzione nazionale il nuovo insegnamento di “cittadinanza e costituzione”, attraverso, addirittura, l’articolo 1 introduttivo di una legge del Parlamento, la n. 169/2008. Il ministro Gelmini fin dai primi giorni del suo mandato aveva investito molto su questo insegnamento per la formazione degli alunni alla legalità, tanto da far intendere che esso fosse una disciplina autonoma con proprio insegnante, con un orario apposito e con voto specifico. La legge, però conteneva già i paletti entro cui l’insegnamento avrebbe potuto svolgersi, prevedendo, infatti, che il suo insegnamento avvenisse “nell'ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse”. Non una nuova materia e non un orario proprio. Forse molto meno, alla fine, di quel che aveva pensato inizialmente il ministro. Da quest’anno “cittadinanza e costituzione” non sarà nemmeno oggetto diretto di valutazione, dopo aver ottenuto, in prima applicazione, uno spazio valutativo nelle pagelle e nelle schede delle scuole che hanno svolto un apposito progetto sperimentale in materia. Da quest’anno, come ha precisato la circolare ministeriale n. 86/2010, non è più prevista alcuna sperimentazione di ”cittadinanza e costituzione” e, pertanto, non vi sarà nemmeno l’eventuale voto. Più esattamente il Miur ha precisato che “tale insegnamento rientra nel monte ore complessivo delle aree e delle discipline indicate” e ha aggiunto che “non è una disciplina autonoma e dunque non ha un voto distinto”, ma non esime tuttavia dalla valutazione, in quanto “trova espressione nel complessivo voto delle discipline delle aree storico-geografica e storico-sociale di cui essa è parte integrante” e “influisce inoltre nella definizione del voto di comportamento per le ricadute che determina sul piano delle condotte civico-sociali espresse all’interno della scuola così come durante esperienze formative fuori dell’ambiente scolastico”. Se non è un declassamento, poco ci manca. |