Quelle sentenze sulla carriera dei precari

da Tuttoscuola, 18.11.2010

Sono sempre più frequenti le sentenze di giudici del lavoro a favore della carriera dei docenti precari. Dopo le sentenze favorevoli di Brescia, Cuneo e di altre città, l’ultima (per il momento) sentenza viene da Verona, dove ad un gruppo di 27 insegnanti è stata applicata una sentenza della Corte europea che ha equiparato i lavoratori degli enti pubblici a tempo indeterminato a quelli a tempo determinato.

Nel dispositivo della sentenza veronese si legge che il giudice del lavoro “accerta e dichiara il diritto di ciascun ricorrente ad ottenere le differenze retributive maturate sulla base del calcolo degli scatti d'anzianità, effettuato considerando per intero tutti in periodi di servizio svolti in costanza dei rapporti di lavoro a tempo determinato, nell'ambito della prescrizione ordinaria”. E aggiunge: “Per l'effetto, accerta e dichiara il diritto di ciascun ricorrente al ricalcolo della retribuzione”.

Sembra di capire che nel caso di Verona viene computata l’anzianità di servizio dei docenti con diritto alla maturazione degli scatti di carriera. In altre sentenze, riferite a docenti con contratto a tempo determinato fino al termine delle attività, era stato riconosciuto, anche retroattivamente, il diritto a percepire lo stipendio dei mesi estivi.

Lo stesso giudice del lavoro di Verona esaminerà tra una decina di giorni altri ricorsi analoghi a quelli accolti.

La questione non è di poco conto, perché, se le sentenze a favore dei precari prendessero piede, per il Ministero dell'Istruzione si profilerebbe un bel conto da pagare. E se si pensa che attualmente sono almeno 50mila i docenti precari che possono vantare o il diritto al pagamento retroattivo dei mesi estivi oppure alla progressione di carriera per l’anzianità maturata, si farebbe presto a raggiungere il miliardo di euro che il Miur dovrebbe corrispondere.