DOCUMENTO

La scuola, una rete che unisce l'Italia

Oggi la presentazione del rapporto alla Camera
con la partecipazione del presidente Napolitano

Flavia Amabile La Stampa, 15.11.2010

Pubblichiamo un estratto dal rapporto di sintesi di Italiadecide intitolato "L’Italia che c’è", e dedicato al sistema delle reti territoriali che innervano e tengono insieme il nostro Paese realizzando concretamente l’unità nazionale.

La scuola italiana si trova ancora in un momento di profonda trasformazione e presenta una serie di problemi che non le consentono di svolgere pienamente quella funzione di «rete» unificante del Paese.

Le azioni prioritarie

Sul piano del riparto di competenze fra Stato e Regioni, appare urgente raggiungere un’intesa che miri alla ricomposizione delle funzioni in materia di istruzione e formazione professionale. Ciò al fine di raggiungere un quadro nel quale i poteri e gli strumenti che spettano a ciascuno dei soggetti si coordinino per realizzare il fine comune del governo del sistema formativo (a questo indirizzo si ispira il documento contenente una proposta organica di accordo tra Stato e Regioni concernente l’attuazione del Titolo V per il settore istruzione elaborata dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni in data 9 ottobre 2008, ancora attualmente allo studio). Rispetto a questi aspetti, l’attuazione del federalismo fiscale costituisce certamente un’occasione importante, anche perché potrebbe condurre ad una maggiore trasparenza nella gestione delle spese e comportare una più marcata responsabilizzazione dell’ente regionale e degli enti locali. Quanto infine alle competenze attualmente attribuite agli enti locali, concernenti essenzialmente l’edilizia scolastica, appare opportuno avviare una ricomposizione delle rispettive attribuzioni in modo da fare coincidere tendenzialmente la gestione con la proprietà degli immobili.

Autonomia degli istituti

Secondo quanto è emerso dalle audizioni, un nodo da portare a soluzione riguarda l’incompiuta autonomia delle istituzioni scolastiche. Pur considerando che ciascuna di esse presenta degli aspetti che meritano di essere attentamente valutati, le azioni da prendere in considerazione a questo fine sono le seguenti: ampliare l’autonomia dei dirigenti scolastici, attribuendo loro maggiore discrezionalità nell’utilizzo delle risorse; ampliare l’autonomia dei dirigenti scolastici, attribuendo loro maggiore discrezionalità nella scelta del personale docente; istituire organi di valutazione dell’efficienza, della qualità e dell’efficacia del servizio scolastico all’interno di ciascun istituto, prevedendo gli idonei raccordi con i sistemi di valutazione nazionali; riconsiderare l’assetto e le funzioni dei tradizionali organi collegiali presenti negli istituti.

La valutazione

È necessario giungere alla condivisione dell’idea secondo cui, per avere un sistema scolastico efficiente, l’autonomia scolastica deve essere accompagnata da un sistema “centrale” di valutazione oggettivo ed efficiente. Come si è visto, una componente molto rilevante delle prestazioni fornite dal sistema scolastico dipende dalla performance dei singoli istituti e non dal quadro normativo generale. Un efficace sistema di controlli non si propone quindi solo la finalità di sanzionare le sacche di inefficienza e premiare i comportamenti virtuosi, ma soprattutto di aiutare le singole scuole ad operare meglio, individuando i punti deboli di ciascun istituto e quindi bisognosi di intervento secondo una logica non dissimile a quella in atto nel sistema sanitario, con l’adozione di sistemi omogenei sul piano nazionale per la valutazione delle prestazioni delle aziende sanitarie.

La carriera

La definizione di percorsi di carriera degli insegnanti in grado di motivare i docenti e premiare i migliori passa attraverso una serie di interventi preliminari necessari per migliorare il livello qualitativo del corpo docente. Fra tali interventi rinvestono carattere prioritario la modifica dei meccanismi di ingresso alla professione, attraverso la progressiva eliminazione del precariato e la messa in opera di sistemi di valutazione delle prestazioni rese dai docenti. In merito alle modalità di ingresso alla professione docente, è stata disposta dal Ministero dell’istruzione l’istituzione di corsi di laurea magistrali a numero chiuso, abilitanti all’insegnamento13. L’avvio di queste procedure appare quanto mai urgente proprio sulla base della consapevolezza dei tempi medio-lunghi richiesti per rinnovare il corpo docente e assorbire il precariato. Come misura immediata per sostenere l’attività della docenza appare comunque necessaria l’istituzione di corsi di aggiornamento obbligatori rivolti soprattutto alla piena acquisizione da parte di tutti gli insegnanti delle nuove forme del sapere contemporaneo e alla riduzione del digital divide. Infine, appare necessario creare una vera e propria “carriera” degli insegnanti. Ciò potrebbe realizzarsi, da una parte, legando gli incrementi stipendiali al merito, dall’altra, senza introdurre vincoli gerarchici, differenziando i compiti assegnati a ciascuno in base alle competenze e all’esperienza.