Università, la Camera approva la riforma
Proteste, blocchi e scontri in tutta Italia
Camera blindata,
cariche e lacrimogeni in via del Corso: un ferito e un fermo.
Stazioni bloccate. Berlusconi: gli studenti veri sono a casa.
Bersani: governo irresponsabile. Maroni: forze dell'ordine ok
di Antonio De Florio Il Messaggero,
30.11.2010
ROMA (30 novembre) - L'Aula della Camera ha approvato il ddl
sulla riforma dell'Università con 307 voti a favore, 252 contrari,
sette astenuti. Il testo ora torna al Senato. Al momento del voto i
banchi del governo erano pieni di ministri e sottosegretari.
Proteste e cortei in tutta Italia. Sotto la pioggia, sui
tetti, sotto la neve, sui binari, ai caselli autostradali, alle
stazioni ferroviarie, per le vie del centro, sui monumenti, la
protesta degli studenti e dei ricercatori è esplosa in tutta Italia
con epicentro a Montecitorio, dove oggi il governo è andato sotto
due volte. La prima su un emendamento di Futuro e libertà
all'articolo 19 della riforma dell'Università, che regola gli
assegni di ricerca. Il testo, su cui c'era il parere contrario di
governo, commissione e commissione Bilancio, è stato approvato con
277 sì e 257 no. La seconda volta l'Assemblea di Montecitorio ha
approvato tre emendamenti identici di Fli, Api e Pd riferiti
all'articolo 25. Con l'approvazione degli emendamenti è stata
eliminata la norma che prevedeva una sorta di «commissariamento» per
il Ministero dell'Istruzione da parte del ministero dell'Economia
nel caso in cui si fossero verificati o fossero in procinto di
verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di spesa.
L'approvazione in seconda lettura del Ddl Gelmini è stata fissata
per fine giornata, con il voto programmato per le 20.
Le città universitarie di tutta Italia sono state attraversate
dal vento della protesta (duecentomila studenti in più di cento
centri, secondo la rete): a Genova ci sono stati momenti di
tensione, con brevi scontri con agenti e carabinieri davanti alla
prefettura; a Venezia i precari hanno manifestato sul Canal Grande,
oltre ad occupare la stazione di Mestre; a Bologna è stata bloccata
l'autostrada A14 ai caselli così come la Salerno-Reggio Calabria a
Cosenza; a Napoli c'è stato un lancio di sacchetti di rifiuti anche
contro sede regione Campania; Palermo è stata paralizzata, con gli
studenti che si sono recati anche verso l'autostrada; a Milano i
manifestanti hanno fatto una breve occupazione per stazione Cadorna,
così a Pisa(in cinquemila si sono spostati sull'autostrada) e
Padova.
L'esame degli ultimi emendamenti della riforma dell'Università si
è concluso alla Camera, mentre in tutta Italia è andata avanti
la protesta di studenti, precari e ricercatori contro il
provvedimento del ministro Gelmini: il centro di Roma ha vissuto ore
d'inferno paralizzato dai cortei (con il tentativo di ribaltare i
blindati della polizia e carica in via del Corso), a Genova, Bologna
e Brescia ci sono stati alcuni momenti di tensione con scontri tra
manifestanti e polizia, accompagnati da lanci di uova, mentre la
protesta dei «tetti» si è allargata anche alle piazze e a 18
stazioni ferroviarie (tra cui Roma Milano, Venezia, Padova, Pisa,
Mantova, Bari e Perugia) con repentini blitz di ragazzi che si sono
sdraiati sui binari per alcuni minuti.
A Roma il traffico di tutto il centro storico è andato in tilt
per il blocco della circolazione attorno a Montecitorio per
impedire che i cortei raggiungessero la Camera dei deputati. Alcuni
studenti hanno tentato di ribaltare uno dei blindati che sbarravano
via del Corso, bloccando l'accesso a Piazza Montecitorio. Contro i
blindati sono stati lanciati fumogeni, petardi, verdura e uova.
Poliziotti e carabinieri hanno caricato gli studenti, mentre i
giovani hanno scagliato pietre e bottiglie contro le forze
dell'ordine che hanno risposto con manganelli e lacrimogeni. Dopo un
fitto lancio di oggetti verso polizia e carabinieri gli studenti
sono arretrati. Molti hanno ripiegato su piazza del Popolo. Qualcuno
sussurrava: «È come Genova, violeremo la zona rossa». Ci sarebbero
dei feriti tra le forze dell'ordine ci sarebbe almeno un fermato.
Applausi al passaggio del corteo da parte di molti automobilisti
incolonnati su Muro Torto in direzione piazzale Flaminio. Chi
dall'interno dell'auto, chi addirittura uscendo dal veicolo
nonostante la pioggia, diverse persone hanno voluto esprimere la
propria solidarietà con un lungo applauso al quale il corteo ha
risposto con
cori come «Università libera». Anche a Roma Termini sono stati
occupati i binari per una decina di minuti.
Nel pomeriggio gli studenti, dopo aver occupato i binari, hanno
lasciato la Stazione Termini dirigendosi in corteo verso
l'Università La Sapienza, da dove erano partiti stamani. I
manifestanti avevano occupato i primi binari della principale
stazione romana: numerosi i disagi per i viaggiatori. Trenitalia ha
dovuto spostare la partenza dei treni diretti a Fiumicino Aeroporto
e Civitavecchia alla stazione Ostiense.
Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha replicato in
Transatlantico alle critiche sulla militarizzazione di Roma per le
manifestazioni studentesche: «Io ho il compito di gestire l'ordine
pubblico ed evitare incidenti e l'assalto ai luoghi sacri della
democrazia, come avvenuto la scorsa settimana in Senato. E mi pare
che tutto stia avvenendo con grande responsabilità delle forze
dell'ordine che hanno subito violenza e stanno gestendo una
situazione molto complicata».
«Le misure di sicurezza sono state applicate lasciando il diritto
di manifestare - dice Maroni - come sta avvenendo in molte città
italiane, ma consentendo al Parlamento di lavorare tranquillamente.
Il dispositivo di sicurezza è stato messo in atto in modo adeguato e
sta funzionando». E ai giornalisti che facevano presente che gli
studenti non hanno potuto raggiungere piazza Montecitorio, Maroni
replica: «Quante piazze ci sono a Roma. Al Senato hanno tentato di
entrare, e se arrivavano qui in Transatlantico? Io sono
assolutamente convinto che le misure di sicurezza siano adeguate».
Il premier Silvio Berlusconi boccia i manifestanti: «Gli
studenti veri sono a casa a studiare, quelli in giro a protestare
sono dei centri sociali e sono fuori corso».Il leader leghista
Umberto Bossi concede qualcosa: «In parte hanno anche qualche
ragione ma non si devono fare strumentalizzare. Gli studenti
dovrebbero innanzitutto studiare».
Il segretario del Pd Bersani è caustico: «Non riapriamo il
tema di chi è fuori corso perchè creerebbe nella maggioranza più
imbarazzi di quelli provocati da Wikileaks. Mi pare che nella
stragrande maggioranza studenti e ricercatori si siano mossi in modo
pacifico. Fa impressione la città militarizzata, mai vista Roma
così, e se si è arrivati a questa tensione è per irresponsabilità
del governo che ha perso la testa e la presa sui problemi del
Paese».
«Una riforma dell'università ci vuole assolutamente - dice
Bersani - ma non questa, anche perché non credo che il governo
sarà in grado di portarla a termine. Il Pd continuerà con la
protesta e la proposta e la manifestazione dell'11 sarà il luogo in
cui si riprende il tema per tutto il sistema del sapere che, caso
unico al mondo, è stato calpestato dal governo. Vista la
militarizzazione della capitale e le tensioni, il governo è
doppiamente colpevole perché se aveva preoccupazioni poteva spendere
del tempo a discutere con la gente».
Casini: solidali con chi protesta pacificamente e con le forze
dell'ordine, no alle violenze. Pier Ferdinando Casini, leader
dell'Udc, si mostra conciliante: «Le forze dell'ordine hanno sempre
la nostra solidarietà in quanto fanno solo il loro lavoro. Allo
stesso tempo dobbiamo mostrare solidarietà nei confronti di quegli
studenti che prendono 30 e lode e che oggi sono in strada a
protestare. Chi protesta pacificamente non può essere liquidato con
marchio del terrorista o dell'infame, perché questo non vuol dire
avere equilibrio. Ci sono tantissimi ragazzi che prendono trenta e
lode e manifestano nelle piazze. Chi invece rompe le vetrine deve
avere tutta la nostra condanna e non ci può essere tolleranza. Le
forze dell'ordine fanno il loro lavoro».
Fini, leader di Fli, solidarizza con i poliziotti e avverte:
«Gli estremisti che hanno bloccato Roma e causato gravi incidenti
non hanno reso un buon servizio alla stragrande maggioranza di
studenti scesi in piazza con motivazioni non totalmente
condivisibili ma certamente animate da una positiva volontà di
partecipazione e di miglioramento delle condizioni della nostra
Università».