INCHIESTA
La Galassia degli atenei ribelli Usano internet per tenersi in contatto, le web radio per comunicare le iniziative. Sul tetto portano i pc. Ecco chi sono i protagonisti della lotta alla riforma Carmine Saviano la Repubblica 26.11.2010 ROMA - In comune hanno le richieste. Dare soldi alla ricerca. Stabilizzare i precari. Non scalfire il carattere pubblico della scuola e dell'università italiana. E per questo scendono in piazza, salgono sui tetti, rivestono di slogan e colori i monumenti del Belpaese. Ma dietro quest'unità d'intenti c'è una galassia multiforme. I nomi della rivolta universitaria sono tanti: Link 1, Rete 29 aprile 2,Rete degli studenti 3, Andu 4, Unione degli Universitari 5, Unione degli Studenti 6, Rete Universitaria Nazionale 7, Uniriot 8.
Professori,
ricercatori e studenti. Che mettono in rete informazioni e
conoscenze per pensare una scuola diversa, altra. Utilizzando il web
per raccontare le loro storie, diffondere analisi e progetti,
organizzare manifestazioni e occupazioni. Per passare al setaccio
ogni virgola della riforma Gelmini. Ecco nomi e metodi di chi anima
l'autunno caldo dell'Università italiana. La connessione non viene mai staccata. Lo spazio virtuale del web entra nelle piazze, sui tetti, sui monumenti. C'è sempre un pc acceso. C'è sempre la possibilità di condividere i racconti e le immagini. Un esempio? Basta andare sul sito della Rete 29 Aprile, l'associazione dei ricercatori universitari che sul tetto della Sapienza ha ospitato Pierluigi Bersani, Nichi Vendola, Antonio Di Pietro, Paolo Ferrero e Angelo Bonelli. Sul sito della Rete è possibile seguire la 'diretta dal tetto' o ascoltare Radio L'Ond(r)a, la web radio che diffonde i motivi della protesta: un mantra sul carattere pubblico dell'Università, l'abolizione dei tagli alla ricerca, il piano straordinario di assunzioni. Altra associazione impegnata è l'Adi, l'associazione dei dottorandi e dei dottori di ricerca italiani. E ancora il Cpu, il gruppo che mette insieme i precari dell'Università, il Coordinamento Nazionale dei Professori Associati, e l'Andu, l'associazione dei professori ordinari. Ognuna presente sul web con decine di ricerche, petizioni ed elaborazioni collettive di riforme alternative. Una protesta intergenerazionale, multiforme, che mette insieme tutte le figure della scuola pubblica e dell'Università. E la parte del leone la fanno gli studenti. Molto attiva in questi giorni è l'Udu, l'Unione degli Universitari, che come le altre associazioni studentesche, sta preparando la propria partecipazione alla manifestazione nazionale della CGIL prevista per sabato 27 novembre. E sul sito dell'Udu è pubblicata un'indagine di Eurostudent, che dimostra, quanto a diritto e a possibilità di acesso alla studio, l'unicità del caso italiano in Europa. La voglia di protestare è pari a quella di essere informati. Sul web girano centinaia di dossier, di analisi, di studi. Come quello preparato dal Coordinamento dei ricercatori di Pisa, un kit che da un lato spiega ai non addetti ai lavori cause e motivi della protesta contro la riforma Gelmini e dall'altro cerca di far piazza pulita di alcune leggende metropolitane che riguardano l'Università Italiana. Molto scaricati i Vademecum della Rete Degli Studenti: prontuari per svolgere al meglio manifestazioni, occupazione, assemblee e dibattiti. L'universo dei collettivi. Perennemente in espansione, liquido, sfuggente. Disobbedienti, resistenti. Gruppi non molto numerosi, presenti in ogni dipartimento, in ogni facoltà. On line il punto di riferimento è Uniriot, il network delle università ribelli. Aggiornamenti minuto per minuto, interviste ai protagonisti delle mobilitazioni, foto e video dei momenti più caldi delle proteste. Le sigle sono tante: a Roma Resistenza Universitaria, a Napoli il Cau, Collettivo Autorganizzato Universitario, e così via, città per città. Qui la rete diventa una necessità, l'unico canale di comunicazione. All'interno, tra i membri del collettivo e all'esterno con le altre organizzazioni. E per scendere in strada o annunciare un'occupazione basta un post su Facebook. |