Gelmini e la meritomania. di Vincenzo Pascuzzi* 23.11.2010 Prima aveva autocertificato la “riforma epocale” ora proclama il “giorno storico”. Il 18 novembre, all’indomani di un altro “No Gelmini Day”, la ministra ha lanciato due progetti per valorizzare il merito promettendo premi monetari (soldi ma pochissimi) sia alle scuole che ai docenti “migliori”. La notizia ha avuto grande impatto sui media. E forse questo era proprio lo scopo, principale o unico, che Gelmini si prefiggeva: far parlare di sé come ministra del fare e distrarre l’attenzione della pubblica opinione sia dai guai della scuola che dall’agonia del governo. La valorizzazione del merito è diventata una fissazione, una mania e viene agitata quando fa comodo senza mai concretizzare. Un po’ come il torero fa con la cappa davanti al povero toro. Questa la forma, vediamo la sostanza. Si tratta di due progetti sperimentali . Il primo riguarda la valutazione delle scuole medie delle province di Pisa e Siracusa, il secondo intende premiare i docenti migliori delle scuole di Torino e Napoli. Non è dato sapere come siano state scelte le due province e le due città e perché appena due. Comunque le prime due contengono circa l’1,4% della popolazione italiana, le seconde il 3,1%. I premi andranno, si dice, a una frazione (15-20%) di dette percentuali. Pertanto il 99,5% delle scuole e dei docenti italiani non sarà coinvolto e non potrà avere nulla! Pochissime e vaghe le altre informazioni fornite, al momento, dal Miur. Riassumiamole. L’adesione ai progetti sarà volontaria sia per le scuole che per i docenti. Le scuole saranno valutate e classificate “da un team di osservatori esterni composto da un ispettore e da due esperti (di cosa, di tutto?) indipendenti (?!)”. I docenti verranno valutati da un “nucleo” composto dal proprio Preside e da due docenti eletti dal Collegio dei Docenti e anche dal presidente del Consiglio di Istituto in qualità di osservatore. Per i docenti la scadenza del progetto è stringente e fissata a maggio 2011. Non si sa per le scuole. Nel complesso e in attesa di maggiori dettagli da parte Miur, i progetti appaiono come proposte del tutto preliminari, frettolose e abborracciate quasi a conferma della finalità principalmente propagandistica e diversiva dell’iniziativa. Infatti le critiche non mancano, parlano principalmente di cannibalismo e sottolineano la contraddizione con il taglio di 8 mld e di 140.000 posti di lavoro. Ulteriori osservazioni e interrogativi possono essere aggiunti relativamente a: 1) il ruolo del preside o d.s.; 2) le modalità della valutazione; 3) gli aspetti economici (i … conquibus). Vediamo.
1) Il ruolo del preside o d.s..
Traspare e si concretizza l’intenzione ministeriale di rafforzare il
ruolo gerarchico del preside che entra far parte, in posizione
ovviamente privilegiata e predominante, del nucleo o terna di
valutazione dei docenti. È poi ben possibile che almeno uno dei due
docenti valutatori eletti dal Collegio sia allineato, in sintonia,
talora anche in combutta con il d.s. se non addirittura designato
dallo stesso. A questo punto il gioco è fatto: sostanzialmente
deciderà il solo preside! Già con l’attribuzione del potere
disciplinare il d.s. era diventato preside-sceriffo, ora con il
potere sulle retribuzioni può diventare preside-padrone! Un ruolo
improprio per il quale non è preparato, adatto e forse non ne ha
nemmeno la vocazione. Un ruolo non contemplato nelle intenzioni
dell'autonomia, che doveva migliorare la didattica e non
irreggimentare l'organizzazione.
2) Le modalità della valutazione.
Innanzi tutto appare ambigua e contraddittoria la posizione dei due
docenti valutatori eletti dal Collegio: valuteranno anche se stessi?
Saranno automaticamente “migliori”? Oppure salteranno un turno? Chi
si candiderà a valutare i colleghi? I prof più meritevoli? Oppure i
prof sicuramente non meritevoli e perciò non direttamente
interessati? 3) Gli aspetti economici (i … conquibus). Si parla di un premio pari a una mensilità ulteriore (la14ª) per i prof migliori. Sono circa 100 euro al mese! Da non dispezzare ma non è un granché. Infatti ne occorrerebbero almeno cinque volte tanto per avviarsi (non per raggiungere) verso le medie delle retribuzioni europee. E poi a un solo docente ogni cinque o sei del piccolissimo campione oggetto della sperimentazione. E tutti gli altri? Il Miur oltre ai fini propagandistici e diversivi detti si prefigge quello di cementificare di normalità le bassissime retribuzioni del settore scuola, quelle di tutti i docenti. E alcuni sindacati subito approvano, sono contenti! Possiamo almeno chiamarli sindacati …. vasa-vasa? In conclusione, i due progetti non sembrano una cosa seria. Forse le scuole e i prof migliori saranno proprio quelli che non aderiranno a questa iniziativa. |