Il mondo universitario
sul “piede di guerra”

di A.P. La Tecnica della Scuola, 25.11.2010

Sui tetti delle università e per le strade delle città, da ieri scontri e feriti tra studenti e forze dell’ordine. Il mondo universitario protesta contro il ddl Gelmini sulla riforma degli atenei. Intanto continuano manifestazioni davanti a palazzo Montecitorio mentre in Aula procede l’esame del disegno di legge.

Dure le proteste da parte di studenti, professori, personaggi della cultura contro il disegno di legge della Gelmini, ancora in discussione, sulla riforma degli atenei.

Un’atmosfera che non si respirava da tempo e che i cinquantenni ricordano molto bene.

Un vero e proprio braccio di ferro come a voler dire che il mondo universitario e studentesco non ne possono più delle continue innovazioni e stravolgimenti da parte del titolare del Miur che, a dire degli studenti del Coordinamento universitario, “invece di favorire la qualità e l'innovazione, il ddl abbatte ogni forma di democrazia interna agli atenei, consegnando tutto il potere esattamente a quei baroni che il governo dice di voler colpire. Altro che colpire i baroni: le uniche vittime di questa riforma sarebbero gli studenti, i dottorandi, i precari e i ricercatori”.

Di contro il ministro Mariastella Gelmini è rammaricata per la reazione del mondo studentesco che ritiene essersi fatto strumentalizzare “da alcuni esponenti della sinistra che ieri sono saliti sui tetti insieme ai manifestanti”. Il riferimento è per l’on. Bersani che, a sua volta, ha dichiarato "Il Pd – ha detto - conferma la sua disponibilità a un confronto serio che consenta la correzione dei punti più seri, il diritto allo studio e i ricercatori, e l'individuazione della copertura di questa legge".

Il botta e risposta tra il dicastero di Viale Trastevere e i manifestanti continua.

Per il Ministro “E’ inquietante – sottolinea in una nota - la saldatura tra i baroni e gli studenti che protestano contro la riforma dell’università. I baroni, attraverso alcuni studenti, tentano di bloccare una riforma che rende l’università italiana finalmente meritocratica, che pone fine al malcostume di parentopoli, che blocca la proliferazione di sedi distaccate inutili e di corsi di laurea attivati solo per assegnare cattedre ai soliti noti. Non è un caso se tra le prime 150 università del mondo non c’è un solo ateneo italiano. Gli studenti che manifestano, sobillati dai baroni, difendono questo tipo di università e vogliono che nulla cambi”.

A seguito di queste affermazioni, il Link-Coordinamento universitario, mobilitato in molte città, da Torino a Messina, ha dichiarato in comunicato che “La ministra Gelmini, di fronte al fallimento evidente del proprio progetto di riforma, respinto dalla stessa maggioranza, continua a ripetere a tutti i media che le imponenti mobilitazione studentesche di queste ore sarebbero "sobillate dai baroni".

”Come bugia è ridicola – recita ancora lomuncto - la Crui (conferenza dei rettori), massima rappresentanza del baronato italiano, è il principale sponsor del ddl Gelmini. Anche stamattina, su Repubblica, il rettore della Statale di Milano Decleva ha confermato che i baroni auspicano che la riforma dell'università sia approvata in fretta”.

Le città più coinvolte nelle manifestazioni sono Roma, Torino, Padova, Pisa, Salerno, Siena, Messina, Firenze, Trieste, Bari, Catania.