Scuole paritarie/1.
Quei soldi che non bastano

da TuttoscuolaNews N. 461 2.11.2010

Quando dieci anni fa il Parlamento italiano, su iniziativa della maggioranza di centrosinistra, approvò, con una decisione di portata storica, la legge 10 marzo 2000 n. 62 sulla parità scolastica, venne stabilita una quota di finanziamento annuale di 534 milioni di euro a favore delle scuole che ottenevano la parità.

Proprio la prospettiva di avere assicurati congrui finanziamenti per i proprio funzionamento spinse molte scuole a rinunciare alla propria indipendenza e a conformarsi anche agli ordinamenti scolastici della scuola statale.

Il valore di quella quota di finanziamento, anziché aumentare negli anni come molte scuole speravano, non è mai stato rivisto, nonostante gli impegni assunti di volta in volta dai governi che in questo decennio si sono succeduti. Anzi, negli ultimi due anni la quota è stata ridotta in sede di legge finanziaria e poi riallineata ai valori precedenti in sede di assestamento di bilancio, tenendo fino all’ultimo con il fiato sospeso i gestori delle scuole.

Quest’anno l’attesa per il reintegro si sta facendo ancora più critica, visto che il recupero di 130 milioni cancellati dalla Finanziaria si è fatto attendere fino al 7 ottobre con il sospirato parere favorevole della Conferenza Stato Regioni a cui, però, a tutt’oggi non ha ancora fatto seguito il decreto di assegnazione agli Uffici scolastici regionali (che li assegneranno alle scuole), perché manca tuttora la firma di sottoscrizione del decreto da parte del ministero dell’Economia e Finanze.

Quota di finanziamento ferma, dunque, da dieci anni a questa parte senza alcun aumento, con la conseguente perdita del potere d’acquisto stimabile intorno al 18%, mentre i costi di gestione anche per i rinnovi contrattuali del personale sono aumentati sensibilmente.

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