Ddl Gelmini, la protesta della scuola
oltrepassa i confini italiani
Un gruppo
di 15 persone, tra ricercatori, studenti e dottorandi italiani, è
salito sul tetto del Cern di Ginevra. Mentre da Pisa a Roma, sino a
Palermo gonfia la protesta e aumenta il
numero degli istituti occupati.
Ma ad alzare la voce sono anche i sostenitori della riforma:
"Difendiamo l'Università dalla demagogia"
Il Fatto Quotidiano, 29.11.2010
La protesta del mondo
della scuola varca i confini nazionali.”Con questa riforma il futuro
è un buco nero”. E’ quanto si legge in uno striscione appeso sul
tetto del Cern di Ginevra. Un gruppo di 15 persone, tra
ricercatori, studenti e dottorandi italiani, che lavora
nell’Università pubblica, protesta così contro la riforma del
ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini.
Intanto, da Pisa a Roma, sino a Palermo gonfia la protesta e aumenta
il numero degli istituti occupati.
Pisa
La scuola normale superiore di Pisa è stata occupata questa mattina.
Anche qui un gruppo di studenti è salito sul tetto della Torre di
Ugolino dove ha raggiunto la campana e l’ha fatta suonare. La piazza
dei Cavalieri, antistante il Palazzo della Carovana, sede storica
della Normale, è invasa da un migliaio di studenti delle diverse
facoltà dell’ateneo pisano dove oggi la didattica è sospesa in
seguito all’occupazione di aule, dipartimenti e facoltà. “Quale
eccellenza tra queste macerie? Università e Scuola Normale occupate”
è questo lo striscione che domina sul tetto della sede centrale
dell’Università. Gli studenti hanno anche chiesto un incontro con il
direttore della Scuola, Fabio Beltram per
consegnargli un documento approvato dall’Assemblea che motiva le
ragioni del dissenso al ddl Gelmini. Intanto, gli allievi della
Scuola Superiore Sant’Anna hanno scritto una lettera aperta al
ministro Gelmini nella quale chiedono che siano “garantiti la
dignità e il ruolo primario dell’Università pubblica nella
formazione e nella ricerca, ma anche l’autonomia, la stabilità, il
pluralismo del sistema universitario”. Gli allievi della Scuola
Superiore Sant’Anna di Pisa chiedono, infine, “che il governo riveda
le posizioni espresse in questo disegno di legge”.
Padova,
Perugia, Siena
A Padova in cinque, tra docenti e ricercatori, si sono calati dal
tetto della facoltà di chimica dell’Università. La singolare
protesta è stata inscenata nella tarda mattinata, sotto l’occhio
curioso e le grida di sostegno di decine di studenti. Mentre a
Perugia alcuni studenti si sono simbolicamente incatenati alla
cancellata che protegge la fontana Maggiore. Più di mille studenti
stanno percorrendo in corteo le strade di Siena. Una delegazione dei
manifestanti è salita nella sede della Provincia in Piazza del Duomo
e si è affacciata al balcone, di fronte alla Cattedrale, lanciando
aerei di carta ed esponendo lo striscione: “Questi sono gli unici
aerei che vogliamo. No alla guerra, sì alla cultura”.
Roma
A Roma sono gli studenti e ricercatori della facoltà di architettura
dell’Università di Roma La Sapienza a guidare la protesta. Dal
pomeriggio è stato occupato il tetto del palazzo che domina piazza
Fontanella Borghese, oggi battezzato con il nome di “Piazza dell’
Università libera, pubblica e aperta”. A sostegno del mondo della
scuola sono scesi anche esponenti della cultura e dell’informazione:
attesi sulla terrazza, tra gli altri, i registi Ettore Scola
e Ascanio Celestini. Ma il primo ad arrivare è
stato il compositore Nicola Piovani. Il movimento
legato a Casapound Italia – rete dell’estrama destra italiana –
invece, ha promosso le occupazioni dei licei scientifici Farnesina
e Nomentano, mentre prosegue l’occupazione del liceo Azzarita.
“Questa mattina – spiega il responsabile romano del movimento,
Guelfo Bartalucci – abbiamo promosso le occupazioni
di altri due istituti per ribadire la nostra opposizione ai tagli
pari a 6 miliardi di euro in 3 anni previsti per la scuola pubblica
e al raddoppiamento dei fondi destinati alla scuola privata, da 145
a 230 milioni di euro”.
L’Aquila
Il capoluogo abbruzzese è stato teatro di una mobilitazione
straordinaria. Alle 9.30 sono scattate le interruzioni delle
attività didattiche a Medicina, Scienze, Lettere, Biotecnologie,
Psicologia, Ingegneria, e parte di Scienze della Formazione. Nel
pomeriggio un corteo di studenti ha attraversato pacificamente la
Zona Rossa: da Piazza Duomo a Palazzo Camponeschi, sede storica
della Facolta’ di Lettere e Filosofia. Alcuni esponenti dell’Udu
(Unione degli universitari) hanno effettuato un blitz interno al
Palazzo, riuscendo ad appendere lo striscione “L’Aquila Monumento
Studentesco – No al DDL Gelmini”. Nel pomeriggio sono state indette
assemblee nelle sedi occupate di Coppito1, Ex-Optimes, per stilare
documenti sui temi riguardanti il Ddl, il diritto allo studio, la
cittadinanza studentesca e “L’Aquila citta’ Universitaria”.
Palermo
A Palermo oltre 30 manichini impiccati sono stati appesi
nella notte davanti al rettorato a Palermo. Spiccano anche cartelli
con scritto “Riforma Gelmini: presunta meritocrazia, attacco al
diritto allo studio, precarietà, tagli, privatizzazioni,
università-aziende”. La protesta è stata indetta dagli studenti
della facoltà di Lettere e Filosofia, occupata da oltre una
settimana. “Sottolineiamo ancora una volta – dicono gli studenti –
l’opposizione degli universitari palermitani a una riforma fantoccio
che penalizza e mortifica le università pubbliche, sia dal punto di
vista dei tagli sia dal punto di vista della qualità della didattica
che delle prospettive per il nostro futuro”.
I pro-Gelmini
Ad alzare la voce sono anche i sostenitori della riforma Gelmini.
“Difendiamo l’Università dalla demagogia”. E’ l’appello al mondo
accademico lanciato da un gruppo di docenti universitari e promosso
dalla Fondazione Magna Carta a sostegno della
riforma Gelmini. L’ appello nel fine settimana ha raccolto la
sottoscrizione di oltre 400 docenti universitari. “E’ troppo tempo –
recita l’appello – che l’Università italiana ha bisogno di una cura
incisiva ed efficace. E’ troppo tempo che il mondo accademico
aspetta una riforma capace di restituirgli il prestigio perduto. E’
troppo tempo che gli studenti italiani bravi e meritevoli non hanno
più la possibilità di frequentare istituzioni universitarie
competitive rispetto al resto dell’Europa e del mondo. Pertanto –
prosegue il testo – i sottoscritti docenti universitari intendono
ribadire il loro generale apprezzamento per il disegno di legge
sull’Universita’ in discussione in queste ore alla Camera. Perché
riorganizza e moralizza gli organi di governo degli atenei; perché
limita la frantumazione delle sedi universitarie, dei corsi di
laurea e dei dipartimenti; perché introduce norme più efficaci e
razionali per il reclutamento dei docenti; perché stabilisce regole
certe e trasparenti per disciplinare i casi di disavanzo finanziario
e di mala gestione; perché fissa dei criteri di valutazione per le
singole sedi universitarie e per i singoli professori; questo
provvedimento rappresenta un passo nella direzione giusta per
cercare di far uscire l’Universita’ italiana dallo stato di grave
prostrazione in cui essa si trova”.