Il merito al tempo del “Titanic”

Pippo Frisone da ScuolaOggi 24.11.2010

Il dato di partenza è quel taglio di 8 miliardi (-135mila posti docenti e Ata) che la L.133/08 ha riservato alla scuola nel triennio 2009/10-2011/12. Il 30% dei “risparmi”, secondo le intenzioni originarie, doveva servire ad autofinanziare, riformandola in direzione del merito, la carriera del personale della scuola.
Il diavolo della crisi ci ha messo la coda.
Con la manovra dell’estate 2010 sono stati bloccati i contratti del pubblico impiego, bloccate le anzianità nella scuola, rinviato a tempi migliori ogni provvedimento su premialità e carriera.
Nel frattempo i sindacati di categoria pur se divisi, tra scioperi e manifestazioni, ottenevano qualche risultato. Una volta certificati dalla Ragioneria dello Stato i risparmi attesi, quel 30% (360milioni nel 2010, 664milioni nel 2011 e 957 nel 2012) poteva essere utilizzato dal duo Gelmini-Tremonti per ripristinare gli scatti di anzianità che nel triennio interessa 250mila lavoratori della scuola.
E fin qui, si restituisce in autunno quanto scippato d’estate.
Ma la Gelmini non contenta di averci dato una “riforma epocale” della scuola, adesso ci regala anche una”giornata storica” sulla carriera dei docenti!! Si, perché l’annuncio dato ai sindacati nell’incontro della scorsa settimana è di quelli che fanno storia. Dopo decenni d’inutile blaterare, finalmente viene avviata una sperimentazione che riconosce il merito degli insegnanti!. Si parte subito a dicembre di quest’anno e ad aprile/maggio i docenti avranno in busta-paga i primi benefici.
Ma mettere sul piatto solo 40milioni e una platea molto ristretta ( le scuole medie delle province di Pisa e Siracusa e i docenti delle scuole delle città di Napoli e Torino) saranno sufficienti per avviare una sperimentazione seria che dovrà riguardare in futuro 10mila scuole e un milione di addetti? Noi temiamo di no, così come fu con la sperimentazione della Moratti sulla sua riforma, avviata su 100 scuole di cui oltre la metà per giunta erano paritarie.
Piccolo il campione, scarsamente significativi i risultati.
Ma l’effetto demagogico dell’annuncio copre ogni magagna per cui basta dire “giornata storica” per passare alla storia. Nel concreto le scuole “10 e lode” saranno individuate sulla base di test Invalsi e indicatori che saranno verificati da un Ispettore + 2 osservatori indipendenti (!) mentre una Commissione tecnica regionale stilerà la graduatoria finale delle scuole. L’adesione della scuola è volontaria e viene deliberata dal Collegio docenti.
Quelle che si collocheranno nella fascia più alta riceveranno fino a 70mila euro da distribuire esclusivamente a quei docenti che parteciperanno al progetto (all’incirca un migliaio di euro) L’altro percorso di sperimentazione è tarato direttamente sui docenti che volontariamente si sottoporranno ad una valutazione di merito.
Curriculum personale, titoli, esperienze e competenze acquisite, autovalutazione,apprezzamento di genitori e studenti sono gli elementi che valuterà uno speciale nucleo composto dal Dirigente Scolastico + 2 docenti eletti a scrutinio segreto dal Collegio e il presidente del Consiglio d’istituto a fare da osservatore esterno.
Il premio è l’equivalente di una mensilità!
Comunque sia le sperimentazioni partiranno a dicembre!
Mentre il Paese è in ginocchio, il governo in crisi, le scuole cadono a pezzi, prive di risorse e di insegnanti, ma era proprio così necessario partire adesso e con queste modalità?
Tanto fumo negli occhi degli insegnanti non serve però a cancellare l’amara realtà. Il prossimo anno ci saranno ancora 20mila posti docenti in meno e 15mila posti ATA tagliati! La giornata, come sostiene il ministro, sarà stata pure “storica” ma nel frattempo se non si fermano i tagli, la scuola rischia di fare la fine del “Titanic”, affondando assieme al merito.