Valutare il merito/1.
Gli insegnanti

da TuttoscuolaNews N. 464 22.11.2010

Le proposte avanzate dal ministro Gelmini nella riunione con i sindacati di giovedì 18 novembre affiancano al recupero degli scatti di anzianità (al quale andrà comunque il grosso del 30% dei risparmi derivanti dai ‘tagli’ tremontiani) la sperimentazione di due progetti di valutazione, con finalità premiali, riferiti il primo alla qualità delle prestazioni dei docenti e il secondo alla qualità dell’azione svolta dalle scuole.

Si tratta di microprogetti, che riguardano un piccolo numero di insegnanti e di scuole in sole quattro province (Napoli e Torino per gli insegnanti, Pisa e Siracusa per le scuole), ma il loro valore simbolico è elevato perché per la prima volta in Italia si affaccia la concreta possibilità di infrangere due tabù più che secolari: quello dell’ancoraggio delle retribuzioni individuali al solo parametro dell’anzianità di servizio e quello di una modalità di finanziamento delle istituzioni scolastiche che è stata sempre del tutto indifferente alla qualità dei risultati da esse ottenuti.

Per quanto riguarda gli insegnanti è interessante che si sia deciso di procedere con una metodologia graduale e sperimentale, basata sulla volontarietà delle adesioni e sulla valorizzazione dell’autonomia dei corpi professionali dei singoli istituti, ai quali (il dirigente scolastico più due insegnanti eletti) è rimessa la scelta dei colleghi ‘più bravi’, per usare l’espressione utilizzata con scarsa fortuna oltre dieci anni fa dall’allora ministro Berlinguer, ma che sarebbe meglio definire meritevoli (di un riconoscimento aggiuntivo), perché non si tratta di una competizione. Ma dovrà essere considerato anche l’apprezzamento da parte di genitori e studenti.

Da notare che i beneficiari del premio (una mensilità in più) saranno il 20% di quelli in servizio in ciascuna scuola coinvolta nel progetto: il 20% è la stessa percentuale, fissata però a livello nazionale, che era stata individuata nel modello di Berlinguer. Corsi e ricorsi?