Natalità in flessione al Sud da Tuttoscuola, 22.11.2010 In occasione della conferenza nazionale della famiglia, tenutasi a Milano nei giorni scorsi, l’Istat ha curato il dossier “Famiglia in cifre” che fornisce uno spaccato della realtà sociale del Paese con alcuni elementi meritevoli di attenzione per le implicazioni che hanno anche sul sistema scolastico. L’Istat ha messo a confronto i dati regionali del numero medio di figli per donna (TFT), relativi agli anni 2003 e 2008 da cui emerge che nell’arco del quinquennio rilevato il numero medio nazionale è passato da 1,29 del 2003 a 1,42 del 2008. L’incremento medio nel quinquennio è notevole, ma lo si deve principalmente all’alto tasso di fecondità delle donne straniere. L’incidenza di questo ultimo fattore emerge anche dal confronto dei dati regionali, dove si può rilevare che nel 2003 le regioni più prolifiche si trovavano nel mezzogiorno (Campania con 1,47 e Sicilia con 1,42), scalzate nel 2008 in questo primato da alcune regioni settentrionali (Lombardia 1,50, Emilia-Romagna 1,48 e Veneto 1,47) che, come è noto, hanno una diffusa presenza di popolazione non italiana. Altre regioni settentrionali e centrali hanno registrato un incremento del numero medio di figli per donna, a conferma di come nelle regioni settentrionali e centrali sarà sempre più incidente nei prossimi anni la presenza di alunni stranieri rispetto a quelli italiani. Una conferma di questa previsione viene da altre tabelle relative proprio alle famiglie straniere. Nel 2003 il 6,2% dei nati era figlio genitori stranieri, ma mentre in Emilia-Romagna la percentuale era dell’11,5%, in Veneto e Lombardia più del 10%, in Campania era dell’1% e in Sicilia dell’1,8%. Nel 2009 la percentuale nazionale è più che raddoppiata, passando dal 6,2% al 13,6%, ma, mentre nelle regioni meridionali è rimasta mediamente sotto il 4%, ha sfiorato il 23% in Emilia-Romagna, ha superato il 21% in Lombardia e Veneto, attestandosi tra il 16% e il 18% nelle altre regioni centrali e settentrionali. |