Il confronto
Università, faccia a faccia sulla riforma Carmine Saviano la Repubblica 30.11.2010 Ribattono punto su punto. Se il ministro Gelmini continua a spiegare la bontà della riforma che porta il suo nome, le opposizioni sono pronte a dimostrare, dati alla mano, che si tratta di "fandonie". Abbiamo messo a confronto le due posizioni, scegliendo cinque temi, i più discussi: l'organicità della riforma, la meritocrazia, il potere dei baronati accademici, il reclutamento dei ricercatori e la riorganizzazione degli atenei. Un faccia a faccia virtuale per comprendere i lati oscuri della riforma. Alle affermazioni della Gelmini abbiamo fatto rispondere Walter Tocci, deputato del Pd.
Una riforma organica. Su questo punto, le
affermazioni del ministero sembrerebbero non concedere replica.
"Questa legge è il primo provvedimento organico che riforma l'intero
sistema universitario". Vero o falso?
Meritocrazia e trasparenza. E' uno degli
slogan centrali con cui la riforma viene presentata dal Governo: "Il
reclutamento del personale e la governance dell'università vengono
riformati secondo criteri meritocratici e di trasparenza".
Il baronato e Parentopoli. La lotta al
baronato è uno dei principi guida. Tutte le parti della riforma sono
ispirate alla "lotta agli sprechi, ai rettori a vita e a parentopoli".
I ricercatori. Quello dell'accesso dei
giovani ricercatori, è uno dei temi più sentiti dall'opinione
pubblica. La legge Gelmini promette di introdurre interventi volti a
favorire la formazione e l'accesso dei giovani studiosi alla
carriera accademica".
La riorganizzazione degli atenei. Per
semplificare e rendere efficiente l'università, si promettono
"riduzioni molto forti delle facoltà, al massimo 12 per ateneo". E,
per garantire la produttività, "la presenza di membri esterni nei
Cda delle università". Una legge contro i deboli. Per Walter Tocci, deputato del Pd, "la cosa pazzesca è che si parla solo di norme e non si parla delle cose importanti: la ricerca la didattica, gli studenti. Ovvero le cose che fanno l'università". L'analisi è dura: "Non ci sono più soldi per la ricerca, non c'è un piano nazionale di investimenti. Per la didattica: veniamo da una riforma che dovrebbe essere sottoposta a manutenzione. E poi gli studenti che non ottengono le borse di studio cui hanno diritto". Un futuro sempre più grigio: "Quest'anno sono diminuite le immatricolazioni. E sono I figli delle classi meno agiate che non ce la fanno più. La riforma Gelmini è una legge che aggrava le ingiustizie sociali". |