'Collège’ sotto accusa

da TuttoscuolaNews N. 461 2.11.2010

Una legge introdotta in Francia nel 2005 prevede che tutti gli alunni conseguano al termine della scolarità obbligatoria (16 anni) uno ‘zoccolo comune’ di conoscenze, competenze, valori e attitudini indispensabili per consentire loro una piena riuscita dal punto di vista scolastico, della vita individuale e di quella sociale come futuri cittadini.

A partire dal 2011 il diploma (diplôme national du brevet) potrà essere rilasciato solo se gli alunni dimostreranno di padroneggiare le sette competenze chiave contemplate dallo ‘zoccolo comune’: lingua francese (‘priorità assoluta’), una lingua straniera, i ‘principali elementi’ di matematica, scienze e tecnologia, le tecniche fondamentali di informazione e comunicazione, cultura umanistica (storia, geografia ma anche letteratura e arti), competenze sociali e civiche, autonomia e iniziativa personale.

Ma un recente rapporto dell’Alto Consiglio dell’Educazione (Haut Conseil de l’Education), organo consultivo simile al nostro CNPI ma assai meno influenzato dai sindacati, mette in dubbio che questo obiettivo possa essere conseguito, soprattutto a causa della discontinuità tra la scuola primaria e il collège (la scuola media quadriennale francese). E’ quest’ultimo in particolare ad essere considerato l’anello debole della scolarità obbligatoria: viene perciò suggerita l’unificazione dei due gradi di scuola in un unico blocco di nove anni, una soluzione che ricorda in qualche modo la proposta berlingueriana dei sette anni più due contenuta nella legge n. 30/2000 e anche la riforma spagnola che ha previsto l’unificazione di tutta la scuola di base fino ai 16 anni.

Soluzioni (la prima rimasta sulla carta, salvo che per l’innalzamento dell’obbligo scolastico di un anno, la seconda in vigore da circa venti anni, con vari adattamenti) che si sono entrambe scontrate con la difficoltà di superare il fenomeno dei ritardi e dei fallimenti, concentrati nella fascia 14-16 anni.