ISTRUZIONE. La Regione Veneto ha deciso la riorganizzazione
della rete scolastica locale in base al numero di allievi

Presidi, sarà una rivoluzione

Per avere un proprio dirigente le scuole devono avere
almeno 500 alunni altrimenti si devono accorpare le presidenze

  da L'Arena.it, 1.11.2010

Scuole, scatta la riorganizzazione amministrativa voluta dalla Regione. A breve sindaci, assessori provinciali e ex provveditori dovranno predisporre per ogni provincia, se non lo hanno già fatto visto che la scadenza era la fine di ottobre, una proposta di riorganizzazione della rete scolastica locale sulla base delle indicazioni generali stabilite dalla Regione Veneto.

I paletti fissati dalla Regione sono precisi: gli istituti scolastici, se vogliono avere una propria presidenza (che comprende un dirigente e il personale collegato, in media cinque-sei persone) devono avere almeno 500 alunni (con deroga nelle aree di montagna dove il minimo richiesto è di 300 alunni). In caso contrario si provvederà all'accorpamento delle presidenze con altri istituti per cui lo stesso dirigente scolastico con una solo segreteria sovraintenderà a due istituti scolastici, norma destinata a suscitare più di qualche polemica. Per le scuole materne, elementari e medie inferiori si procederà con gli stessi parametri costituendo, con l'accorpamento, un «istituto comprensivo».

CISL. La situazione attuale viene così descritta da Nereo Marcon, segretario di Cisl Scuola Veneto:«Nella nostra regione abbiamo 711 istituti (scuole governate da un preside, tanto per capirci) di cui 260 sono sovradimensionati, superano cioè il tetto massimo previsto di alunni (900), altri 387 sono dentro i parametri (500-900) ed i restanti 64 sono sotto i 500 alunni ma sette di questi si trovano in Comuni classificati come montagna (600 metri sopra il livello del mare) e altri due, pur essendo collocati sopra i 600 metri non hanno però nemmeno i 300 alunni previsti dalla deroga».

La nuova mappatura della scuola pubblica in Veneto considera però anche le dimensioni delle singole scuole (gli edifici nei quali si svolge l'attività scolastica) per le quali sono previsti degli specifici parametri minimi di alunni: 30 alle materne, 50 alle elementari e 45 per le medie inferiori.

APPELLO AI SINDACI. Sotto questi numeri si chiude e l'attività scolastica viene svolta in un altro luogo. In queste condizioni, precisa la Cisl Scuola facendo riferimento ai dati dell'Ufficio Scolastico Regione, si trovano 164 classi di cui 59 di scuola d'infanzia, 84 delle elementari e 21 delle medie superiori. «Invitiamo i rappresentanti istituzionali presenti nelle Conferenze di ambito, specie i sindaci», commenta il dirigente sindacale, «ad anteporre, nelle scelte che andranno a fare, gli interessi degli alunni e cioè la funzionalità della didattica rispetto ai campanili. Classi troppo piccole, con pochi alunni non giovano alla didattica perché mancano le possibilità di scambio, di incontro, di confronto tra diversi».

Per il sindacalista, egli stesso insegnante elementare, vi è anche un altro risvolto da considerare: la dispersione del personale nelle piccole classi riduce la possibilità di spalmarlo in modo più omogeneo sulla base del numero di alunni e quindi di determinare la diffusione di situazioni estreme: docenti con 10 alunni e docenti con 27 alunni. «La condizione ottimale per la didattica è di avere classi che hanno dai 15 ai 20 alunni». Le indicazione provinciali saranno poi oggetto di valutazione e di approvazione definitiva da parte della Regione entro fine anno.