Valutazione.
Tutti i trucchi per imbrogliare l’Invalsi

da TuttoscuolaNews N. 433, 22.3.2010

Per interpretare l’esito della prova nazionale assegnata nel 2009 agli alunni impegnati nell’esame di licenza media, l’Invalsi si è servito di una serie di criteri e parametri volti a depurare i risultati da quelli che lo stesso Istituto Nazionale di Valutazione ha definito “comportamenti opportunistici”, attribuibili evidentemente ad una parte significativa delle scuole e degli insegnanti addetti alla vigilanza sullo svolgimento della prova.

In che cosa consistevano tali comportamenti? Li elenca in un dettagliato articolo pubblicato sul quotidiano online ilsussidiario.net Roberto Stefanoni, ispettore in servizio presso l’USR dell’Umbria: “risposte sussurrate a voce un po’ troppo alta, tolleranza di occhiate furtive (ma neanche tanto), che cerchino di carpire risposte probabilmente giuste dal compagno più bravo. Addolcire il prodotto finale, intervenendo d’autorità con qualche ‘correttivo’ nella trascrizione sul foglio risposte delle scelte di qualche alunno, «che certamente s’è distratto un momento, perché lui questa cosa la sa benissimo!»; operazione resa possibile quest’anno dal sistema semplificato di restituzione dei risultati per tutte le rilevazioni, non solo per la prova nazionale”.

E ci sono anche espedienti, non utilizzabili ovviamente per la prova inserita nell’esame di licenza, che è obbligatoria, ma impiegati – a quanto sembra – in occasione delle altre rilevazioni nazionali degli apprendimenti, come quello di “incentivare l’assenza dalla scuola nel giorno fatidico di quegli alunni un po’ troppo debolucci, che potrebbero far abbassare le prestazioni medie della classe sotto il livello di guardia”. Oppure quello di fare effettuare agli alunni esercizi con test simili a quelli che saranno assegnati con le prove “anche se in barba alla programmazione didattica di classe”.

Trucchi ed espedienti, sui quali c’è peraltro una letteratura internazionale, che mostrano quanto sia difficile per un Paese come l’Italia acquisire non solo la cultura, ma anche l’etica della valutazione oggettiva degli apprendimenti. Ma bisogna insistere, la posta in gioco è altissima.