La scuola degli asini di Vincenzo Cicala da Napoli.com, 5.3.2010 La TV ha dato notizia che circa 65.000 degli studenti scrutinati hanno avuto 5 in condotta ed il ministro ha commentato che la scuola italiana ha cominciato a dare segno di coraggiosa disciplina.. Ai sensi del D.M. 5/ 16.1.2010 il voto in condotta serve:- ad accertare i livelli di apprendimento, -verificare la capacità di rispettare il regolamento scolastico,-responsabilizzare gli studenti circa i loro doveri e diritti all’interno della scuola. L’art. 1 fa dunque del voto di condotta una sintesi del comportamento e del grado di conoscenze raggiunto dall’allievo. Una simile interpretazione della disciplina mostra che l’acquisizione di abilità deve essere congiunta ad una maturazione sia dei rapporti interpersonali sia della coscienza di appartenere ad una comunità con regole e finalità di promozione civile e democratica. Si aggiunga, poi, che il riportare il voto in decimali lo libera di quell’aspetto formale ma falso di privilegio per cui anche un sette in condotta aveva una connotazione ed una efficacia negativa. Il voto in condotta è recuperabile in sede di valutazione finale perché il giudizio è complessivo e va esteso a tutto il periodo. I criteri del D.M. , se rigorosamente e correttamente applicati, avviano ad una valutazione trasparente, obbiettiva ed esauriente od, almeno questi ne sono i presupposti. Ai più di sessantamila cinque in condotta devono aggiungersi altri chiari indici di decadenza: 1) sono aumentati il numero di alunni con insufficienze, dall’80% dei professionali al 60% dei licei classici al 46% delle medie 2) la cosa in sé non spaventa tenuto conto che docente ed alunno ritengono che il voto del 1° è un impegno per il 2° quadrimestre. Considerando le feste pasquali , rimangono solo gli ultimi trenta giorni per il superamento di eventuali lacune, per lezioni di ricapitolazioni e per le valutazioni finali. Ben diverse erano le possibilità di recupero offerte ad alunni e docenti nella scansione trimestrale dell’anno scolastico. Perciò la sufficienza, a primo quadrimestre, viene solo da una accertata sicurezza della maturazione dell’allievo; 3) non risultano i dati della dispersione scolastica, ma da valutazioni qualitative, per la prima volta, vengono fuori dati di rilievo alle scuole medie ed elementari; 4) il numero delle insufficienze segna un distacco tra nord e sud. Poiché per l’allievo il recupero è tanto più difficile quanto maggiore è il numero di materie, appare, sin da ora, scontato l’accresciuto divario tra il Nord ed il Sud dell’Italia. Se si considerano le insufficienze nelle materie di studio ,considerato che tra matematica e lingua straniera le insufficienze oscillano tra il 61 ed il 63%, è ben difficile incontrare promossi a primo quadrimestre. In effetti i dati in sé qualitativamente non si scostano molto dalle consuete cifre degli anni passati. L’allarme vero viene dalla necessità di indirizzare una scuola volta ad una formazione culturale globale e generica dell’alunno alla formazione del cittadino, essenziale sia l’ identità individuale del cittadino nella comunità, nella conoscenza e pratica di quei diritti e doveri posti a premessa del D.M. sia un piano strategico educativo nazionale che consenta la formazione di una classe dirigente in grado di sostituire quella attuale ed inaffidabile ed indirizzare verso un rinnovamento possibile la nazione. L’urgenza è di carattere esistenziale e storico e di carattere economico ed umanistico. Chi ha avuto occasione educativa con i giovani delle zone di Napoli, ove la nuova camorra è nata e si è sviluppata, ha potuto constatare che lo strappo dall’antico tessuto sociale di provenienza e l’immersione in un miscuglio di popolazione neanche fornito dei mezzi per essere comunità, ha contribuito prepotentemente alla nascita della illegalità ed alla dissipazione di ogni presupposto etico. Il problema è oggi accresciuto dalla presenza su territorio nazionale di più di quattro milioni di extracomunitari regolari, cioè dal fatto che la nazione è divenuta multietnica. Di carattere economico perché l’equiparamento del reddito è una questione essenziale affinché vi sia un ritorno di democrazia e di umanesimo. Esso non può che derivare da una capillare diffusione dell’imprenditoria giovanile,cioè la scuola oggi deve insegnare come divenire onestamente economicamente autonomi con iniziative di compatibilità ambientale e civica. La scuola oggi deve insegnare a tenere la mente occupata nel fare e nel fare senza ,vicendevolmente, calpestarsi. Ed è un’esigenza di carattere nazionale, non regionale. E’ anche per questo che la competenza pedagogica e didattica non puo’ essere demandata agli enti locali, se non decretando il fallimento della nazione Italia,in considerazione che solo i giovani giustificano una attendibile speranza di riscatto. |