I genitori romani organizzano la protesta contro i
tagli alla scuola:
Scuola senza soldi. Genitori si tassano Maria Zegarelli da l'Unità, 6.3.2010 La scuola vera, non quella raccontata dalla ministra Maria Stella Gelmini, lancia l’ennesimo sos: senza fondi rischia un alenta asfissia e lo scivolamento verso il basso nella classifica che fino a qualche tempo fa la vedeva tra le più qualificate d’Europa. Ieri pomeriggio a Roma l’Associazione scuole autonome del Lazio, Asal, ha promosso un incontro di tutti presidenti dei Consigli d’istituto con unico punto all’ordine del giorno: come far fronte ai pesanti tagli. Alcuni istituti della regione sono stati costretti per la prima volta a chiedere un contributo ai genitori per poter garantire il funzionamento didattico. Non stiamo parlando dell’acquisto della carta igienica, perché in moltissime scuole i genitori provvedono da tempo, ma del funzionamento e della manutenzione dei laboratori informatici e scientifici, dell’acquisto dei libri, delle iniziative didattiche. E mentre i presidenti di istituto si riunivano i genitori dell’associazione «comitatigenitori.it», lanciavano un’altra iniziativa: esporre rotoli di carta igienica ai balconi, sulle cancellate delle scuole, alle manifestazioni, davanti ai Miur e alle prefetture, per attirare l’attenzione sul degrado a cui è esposta la scuola pubblica italiana. Pietro Perziani, preside dell’Istituto comprensivo Luchino Visconti di Roma, sei sedi per un totale di circa 50classi e mille alunni, mostra i conti. Per l’esercizio 2010 il Miur gli ha assegnato 227.265 euro a cui si aggiungono circa 130mila di avanzo di amministrazione. Tanti? Affatto, spiega elencando le detrazioni: «A quella somma dobbiamo sottrarre circa 50mila euro già impegnati; 90mila per i multiservizi, cioè le pulizie; e diverse altre voci. Alla fine ci restano 56mila euro di cui 30 mila necessari agli straordinari dei docenti e alle supplenze». I tagli hanno colpito tutti, a pioggia, tanto che gli enti locali sono stati a loro volta costretti a stringere il portafoglio prima destinato all’istruzione. «Non siamo più in grado di garantire i campi scuola, i progetti formativi e tutte quelle attività che contribuiscono all’arricchimento culturale degli studenti », spiega il preside. Non è un caso isolato: è la norma. Il Visconti per la prima volta ha deliberato la richiesta di un contributo - volontario - ai genitori pari a 30 euro l’anno per far fronte alle esigenze didattiche della scuola. «Non era mai successo prima», conclude il preside. Non era mai successo che non ci fossero fondi per pagare i supplenti al punto da costringere i dirigenti scolastici a dividere gli alunni nelle altre classi in caso di assenza di un insegnante. Sta succedendo eppure i media ne parlano poco o niente. Così capita che i presidenti di istituto decidano di creare un coordinamento per stabilire i passi da compiere insieme e intanto scrivono un documento, firmato anche dalle associazioni dei genitori, diretto alla ministra Maria Stella Gelmini elencando le gravi carenze di fondi che stanno immobilizzando la scuola e chiedendo risposte adeguate. E capita che i « comitatigenitori. it» preparino rotoli di carta igienica. «I continui tagli ai fondi delle scuole - spiegano - cui assistiamo impotenti da anni e anni, costringono i genitori a sostenere sempre maggiori costi in cambio di una scuola sempre meno efficiente. Ai nostri figli viene progressivamente sottratto il diritto ad una scuola non solo di qualità, ma persino che garantisca sicurezza. Per questo vogliamo organizzare una campagna di sensibilizzazione e di protesta e il nostro simbolo sarà un semplice rotolo di carta igienica». Lo Stato deve alle scuole italiane oltre un miliardo di euro. |