I bambini migranti
non valgono meno degli altri

di Gianni Gandola e Federico Niccoli, da ScuolaOggi 12.3.2010

Un bel pezzo su Repubblica di Gad Lerner ("Family-day, ma non per tutti") ci induce a commentare l’ennesima "mazzata" inflitta ai bambini portatori di bisogni educativi speciali, soprattutto perché nella nostra vita professionale abbiamo speso le migliori energie a combattere ogni forma di discriminazione ed a praticare, invece, tutte le forme possibili di inclusione. Tutte quelle che il governo Berlusconi ha chiamato riforme sono state invece un modo di fare cassa con il supporto acquiescente del duo Tremonti-Gelmini, che ha saputo solo operare tagli drastici al futuro della società: la scuola e l’educazione. Nella scuola primaria il modulo è stato "annichilito", il tempo-pieno è stato dissestato, mentre il ritorno al piccolo mondo antico del maestro-unico è stato scelto da meno del 3 per cento delle famiglie. Negli stati europei più avanzati si investe per la scuola fino al 6 per cento del PIL. Da noi, invece, manca tutto: supplenti, insegnanti di sostegno, fondi per il funzionamento ordinario, carta igienica, carta per fotocopie, … e , per sovrapprezzo, il "governo del fare danni" abbassa l’obbligo scolastico da 16 a 15 anni.

Ci mancava la 1^ sezione civile della Corte di Cassazione che, contraddicendo clamorosamente un precedente orientamento giurisprudenziale della stessa suprema Corte, ha ridato fiato alle trombe in servizio permanente effettivo dei laudatores di una legge xenofoba, la Bossi-Fini e successive integrazioni peggiorative.

Naturalmente non potevano mancare i vivi apprezzamenti del nostro Ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che si è affrettata a dichiarare: "Ritengo giusta la sentenza dei giudici. La scuola italiana è pronta ad accogliere i bambini in difficoltà e a supportarli in un percorso educativo che li prepari e li formi. Il nostro sistema d’istruzione ha sempre incluso e mai escluso e le colpe dei genitori non possono ricadere sui figli. Allo stesso modo però non si può giustificare chi utilizza i bambini e li strumentalizza per sanare situazioni di illegalità. La legge è chiara e va rispettata. Per questo i giudici hanno ragione quando affermano che "si finirebbe col legittimare l’inserimento di famiglie di clandestini strumentalizzando l’infanzia"." Peccato che con gli attuali chiari di luna di "bambini in difficoltà" non si tutelino neanche quelli italiani (vedi i tagli sul sostegno). Figurarsi quelli stranieri! Quindi, non solo si inventano "tetti" e calmieri di dubbia efficacia e legittimità, ma li si separa pure dai genitori. Questa sì che è "integrazione"! Bel "percorso educativo"..!

La più appassionata indignazione contro questo stravolgimento del diritto naturale è stata espressa dal Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che ha trovato sconcertante sapere che il diritto a crescere in maniera sana di un minore extracomunitario, bisognoso come tutti i suoi coetanei di cure e di affetto familiari, non abbia alcun significato in un Paese civile. Viene stracciata la nostra Costituzione che tutela i diritti inviolabili della persona, qualunque sia la nazionalità, il sesso, la religione e la condizione sociale. La controcultura berlusconiana del velinismo, dell’oltraggio continuo a tutte le regole della convivenza civile continua a produrre una situazione vergognosa, che non ha eguali nella comunità europea, che costringe i migranti a vivere nella clandestinità, trasformando la loro condizione di vita in un reato.

Per questo è importante la risposta che verrà dalla prossima tornata elettorale che può rappresentare, per Vendola, il Partito democratico e l’intera opposizione un modo efficace per evitare che questo governo continui a fare danni irreparabili alla nostra convivenza civile.