La parità scolastica ha dieci anni,
ma non li dimostra

da Tuttoscuola, 1.3.2010

Dieci anni fa, il Parlamento nazionale, su proposta del ministro Berlinguer, varava la legge 10 marzo 2000, n. 62 sulla parità scolastica che riconosceva alle scuole private, per la prima volta nel nostro Paese, di essere poste alla pari delle scuole statali, come parte integrante del sistema nazionale di istruzione, e con pieno diritto a rilasciare direttamente titoli di studio.

Per ottenere e confermare il diritto alla parità, le scuole private devono assicurare taluni requisiti, tra cui quello di conformarsi agli ordinamenti scolastici previsti per le scuole statali.

La stessa legge riconosceva alle scuole private, come contropartita per stare all'interno di questo sistema pubblico integrato, il diritto di fruire di appositi finanziamenti, prevedendo, in proposito che veniva "autorizzata la spesa di lire 250 miliardi per l'anno 2000 e di lire 300 miliardi annui a decorrere dall'anno 2001".

300 miliardi delle vecchie lire, pari a circa 150 milioni di euro, sono la dote di base per le scuole paritarie, che quasi tutti gli anni le casse dello Stato faticano, peṛ, ad assicurare.

2000-2010: si è trattato di un decennio "tutt'altro che semplice", ha detto Vincenzo Silvano, presidente nazionale della Federazione Opere Educative, che a Milano ha organizzato nei giorni scorsi un convegno proprio sul tema della parità scolastica chiamando ad un confronto l'ex-ministro Berlinguer, ora europarlamentare, e l'on. Maurizio Lupi, attuale vicepresidente della Camera.

Dal confronto "ci aspettiamo di capire - dice Silvano - se si intravvedono spiragli per completare il cammino di questa legge, che era e rimane deficitaria dal punto di vista dell'investimento economico" per le famiglie, mai "messe in condizioni di poter scegliere senza vincoli economici all'interno del sistema" integrato pubblico di istruzione.