Nido rimane senza soldi E' successo a Baganzola. Con i proventi acquistate cartucce per far funzionare le stampanti. Agli stati generali della scuola una mamma denuncia la situazione in cui versa l'asilo Agazzi: "Ci sono soffitti che cadono e piove in soffitta". Manca anche lo spazio per far dormire tutti i 30 bambini di Raffaele Castagno, la Repubblica di Parma 13.3.2010 Una piccola pesca "benefica" per comprare le cartucce d'inchiostro per le stampanti. Succede nella scuola dell'infanzia Agazzi di Baganzola, dove i genitori hanno hanno messo in vendita abiti e vestiti usati per racimolare un po' di contanti e aiutare l'istituto frequentato dai loro bimbi. Il nido di Baganzola ne ospita 30, come racconta Barbara Cacciatore, mamma di una bimba iscritta all'asilo, intervenuta agli Stati generali della scuola all'auditorium Toscanini. La sua è una delle tante storie del "disastro" che sembra oramai travolgere la scuola pubblica, in ogni ordine e grado.
"Nella scuola ci sono soffitti che
cadono, piove in soffitta, un ambiente non proprio adatto per i
nostri bambini" racconta. E poi c'è stata la pesca per reperire
risorse: "Pensiamo di farne un'altra a Pasqua" dice. Tra le ultime
novità dell'istituto vi è poi un curioso avviso: "La scuola ha
informato i genitori che per carenza di spazio - spiega Barbara - è
costretta a tenere due bambini alzati perché non c'è posto per farli
dormire". Secondo il documento firmato dai presidenti e membri di Consiglio d'istituto "il ministero non ha comunicato nessuna volontà di procedere all'assegnazione di questi fondi, nonostante - spiegano - le spese siano originate da obblighi giuridici inderogabili, quali le supplenze di personale". Il testo verrà consegnato il prossimo martedì al prefetto, mentre lunedì 22 e mercoledì 24 marzo toccherà rispettivamente al presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli e al vice sindaco Paolo Buzzi, che è anche assessore alla Scuola.
Si tratta di una situazione che
potrebbe portare a un blocco totale dell'attività, nonché
all'impossibilità di nominare supplenze, "con ricadute gravissime
sul diritto allo studio degli alunni". L'emergenza poi coinvolge
anche il fondo di funzionamento che non è stato assegnato a molti
degli istituti: "Questo ha obbligato a utilizzare i contributi
volontari dei genitori e altri residui di progetti non vincolati per
coprire le normali spese di funzionamento dell'istituzione
scolastica".
Gli insegnanti contestano la riforma
dei licei, precisando che l'iter legislativo non è ancora concluso e
come sia una "non semplificazione". Così Roberta Roberti (La scuola
siamo noi): "È vero che ci sono 6 licei, ma con 11 indirizzi
interni, più le articolazioni di ciascun indirizzo che le scuole
potranno decidere in libertà. È una moltiplicazione dell'offerta".
Preoccupa l'accorpamento delle classi di concorso nella materie
scientifiche, che potrebbe compromettere la qualità
dell'insegnamento. E poi la scelta dell'apprendistato a 15 anni: "Un
gravissimo attacco all'obbligo scolastico" dice sempre la Roberti.
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