Il limite di una buona legge per il sostegno da TuttoscuolaNews N. 430, 1.3.2010 Quando nella legge finanziaria 2008 una disposizione normativa voluta dal ministro Fioroni (governo Prodi) modificò le norme stabilite dieci anni prima relativamente ai posti di sostegno ad alunni con disabilità, furono in molti ad applaudire. La norma si poneva infatti l’obiettivo di stabilizzare, finalmente, il settore. I posti di sostegno in deroga, che in precedenza venivano assegnati per legge a docenti con contratto a tempo determinato fino al termine delle attività, furono stabilizzati, abrogando l’istituto della deroga. Venne previsto di trasformare gradualmente una quota dei posti di sostegno in organico di diritto fino a coprire il 70% del totale dei posti di sostegno. Venne fissato il numero massimo dei posti di sostegno nella quantità di 92 mila unità, di cui, appunto, il 70% coperto da personale di ruolo. Venne anche previsto di portare tendenzialmente il rapporto alunni disabili/docenti di sostegno a due alunni ogni docente, cercando gradualmente di equiparare le situazioni territoriali fortemente sperequate. Cancellazione della deroga ed equiparazione territoriale che indubbiamente si ispiravano a principi condivisibili, ma non privi, nell’applicazione pratica, di una certa forzatura. Vi erano regioni, come, ad esempio, la Sicilia, dove il rapporto era particolarmente elevato (1,57), mentre altre, come il Lazio, dove il rapporto alunni disabili/docenti di sostegno era invece molto sfavorevole (2,43). Nei primi due anni di applicazione, la Sicilia ha, quindi, dovuto cedere posti di sostegno, mentre il Lazio ne ha recuperati. Che si provveda a dare sostegno a chi ne ha bisogno e diritto, è un principio sacrosanto che fa onore al nostro ordinamento, ed è importante che la Consulta lo abbia sottolineato. Ciò però non deve distogliere dal chiedersi (e dal ricercarne quindi le cause) perché in alcune Regioni del nostro paese si sia manifestata una richiesta – convalidata da certificazioni rilasciate da enti pubblici – anche doppia rispetto ad altre aree. Insomma, garantire il sostegno a tutti tutti coloro che ne hanno bisogno, ma anche rafforzare i meccanismi di controllo e inasprire le sanzioni per chi fa false rappresentazioni (che sono coloro che più finiscono per danneggiare chi ha veramente bisogno). |