L’ESPERTO
Domenici: «Per i professori M.Lo. Il Messaggero, 1.3.2010
ROMA - «La scuola del rigore è altro. Il rigore non si misura dal
numero dei cinque in condotta», sostiene Gaetano Domenici, direttore
del dipartimento studi dei processi formativi all’università RomaTre.
«E’ un’ammissione di inadeguatezza. Come se i docenti dicessero:
siamo stati incapaci di fare acquisire a voi studenti le regole di
un comportamento corretto. Vuol dire semplicemente che le
aspettative degli insegnanti sono state disastrosamente disattese
agli allievi».
«Ritengo che il 5 in condotta dal punto di vista educativo non serva
a raggiungere lo scopo. Nelle mani dei professori può essere tutt’al
più un’arma di minaccia, ma è uno strumento esterno allo sviluppo
delle capacità democratiche e alla comprensione del rispetto da
parte dei ragazzi, dunque inefficace. Considerando la quantità e la
gravità dei comportamenti poco civili, potremmo paradossalmente
concludere che i 5 in condotta sono troppo pochi, dovrebbero essere
molto di più. Questi ragazzi crescono in una società permissiva che
facilita la trasgressione, purtroppo la scuola non riesce a essere
diversa, non è più un luogo sacro. La cultura ha perso valore e così
pure la scuola». «La matematica in Italia viene insegnata male sin dai primi anni delle elementari, gli insegnanti purtroppo non sono formati bene. E due, tre ore di inglese a settimana non servono a niente, ce ne vorrebbero molte di più. Ma questa è una falsa meritocrazia. Si dice allo studente: l’onere dell’apprendimento è solo tuo». |